La finanza nello sviluppo urbano e immobiliare

Il concetto di finanziarizzazione è diventato centrale nello studio delle dinamiche tra mercati immobiliari e finanziari. Questa pratica coinvolge la trasformazione dei beni immobili in asset finanziari negoziabili, alterando la loro percezione e valore. Le implicazioni di questa evoluzione per lo sviluppo urbano evidenziano come le politiche pubbliche e le strategie di investimento si siano adattate a questa nuova realtà. Le tensioni tra le logiche territoriali e finanziarie emergono come questioni cruciali, sollevando interrogativi sulla sostenibilità e l'equità nei processi di urbanizzazione contemporanei

Rendita e finanziarizzazione: un campo d’azione per l’urbanistica

La rendita e la finanziarizzazione condividono meccanismi di produzione e cattura del plusvalore che determinano rilevanti impatti spaziali, sebbene si distinguano per risorse impiegate e tipo di relazioni sociali mobilitate. La comprensione di questi fenomeni richiede un'analisi integrata dei loro intrecci all'interno delle trasformazioni del capitalismo. La pianificazione spaziale, nonostante i suoi limiti operativi, deve riappropriarsi di una prospettiva critica sulla rendita, al fine di delineare alternative per lo sviluppo di città e territori e dare nuova legittimità, e senso, alla sua azione

La finanziarizzazione degli hinterland logistici

Oltre a investire la città in senso stretto, la finanziarizzazione tocca spazi dell’urbano esteso, come i magazzini logistici. Il settore, in grande espansione, attrae investitori stranieri che si rivolgono a consulenti finanziari nelle grandi città, ma si materializza negli hinterland logistici diffusi nel territorio, grazie all’interesse di attori locali pubblici e privati. In queste aree, l’immobiliare logistico è visto come un’opportunità per l’economia locale, con scarsa attenzione alle criticità di questo modello di sviluppo

Una Call per gli Autori

La rivista è aperta a coloro che ritengono di avere un contributo da offrire al dibattito. La collaborazione avviene promuovendo articoli di carattere puntuale e/o gruppi di articoli coordinati su un tema. I contributi hanno una lunghezza compresa tra quattro e seimila caratteri. Per ogni richiesta di approfondimento: info@dite-aisre.it

Multiculturalità e innovazione nelle aree rurali: driver per le food policy

La rivoluzione alimentare urbana coinvolge sempre più città e territori, con politiche volte a garantire sicurezza alimentare e sostenibilità. Restano però lacune nell’implementazione e nella valutazione di tali iniziative. Multiculturalità e innovazione rurale emergono come temi centrali: l’uso del linguaggio e nuovi paradigmi spaziali evidenziano l’importanza di integrare diversità culturale e rurale e di rivedere il tradizionale dualismo urbano-rurale. Progetti collaborativi e colture alternative, come la quinoa, mostrano il potenziale per valorizzare territori, biodiversità e comunità locali.

Parlare vegano: riflessioni su parole e linguaggi nel Veggie Food World

La scelta vegana, seguita da oltre 22 milioni di italiani nei consumi plant-based, implica trasformazioni etiche nei consumi, coinvolgendo anche settori come abbigliamento e cosmesi. Tuttavia, l’integrazione sociale del veganismo incontra resistenze culturali, spesso riflesse nel linguaggio. Mentre il mondo vegan adotta termini onnivori per attrarre nuovi consumatori, gli onnivori utilizzano etichette dispregiative per marcare confini. Il linguaggio, dunque, non solo descrive pratiche, ma definisce relazioni e possibilità di integrazione sociale.

Articoli più letti

Il patrimonio culturale come motore di sviluppo locale: quali opportunità e sfide?

Il patrimonio culturale, se adeguatamente valorizzato, può rappresentare un motore di sviluppo locale. Mettere la cultura al centro di politiche dedicate allo sviluppo significa puntare ad investire sulle specificità locali, sulle potenzialità delle risorse territoriali, sulle conoscenze, le capacità e il capitale sociale allo scopo di stimolare creatività, innovazione e progresso sostenibile. Le potenzialità del patrimonio culturale sono molteplici, come le sfide da affrontare per garantire strategie di valorizzazione lungimiranti ed efficaci.

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Dalla rigenerazione alla rimilitarizzazione delle ex caserme dismesse. Il caso della Caserma Trieste a Casarsa della Delizia

La storia dell’ex Caserma Trieste racconta le politiche atte a riscattare quest’area abbandonata per farne un modello utile a realtà simili. Purtroppo, nel quadro geopolitico grandemente mutato, l’importanza del confine nord-orientale italiano assume un nuovo ruolo e la retrocessione dei luoghi ex-militari alle comunità locali è più così certa.

Distanti ma vibranti. La capacità dei luoghi di adattarsi alla perifericità

In anni recenti molti esponenti del mondo accademico e tra i policy makers si sono schierati contro la narrazione dominante che le zone marginali siano destinate ad un inesorabile destino di abbandono e lenta scomparsa. Esistono in realtà alcuni territori, che abbiamo definito ‘vibranti’, capaci di resistere alla tendenza allo spopolamento adattandosi alla loro perifericità. Comprendere quali siano gli elementi esogeni, o quali le risorse endogene su cui hanno fatto perno, diviene un importante fattore di conoscenza per chi ha la responsabilità di proporre strumenti per promuovere la coesione territoriale e ridurre le disparità territoriali.

I vantaggi economici e sociali del reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane

Il reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane è da anni oggetto di riflessione e costruzione di politiche pubbliche in diverse metropoli globali. L’insediamento e la crescita di imprese nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato sono perseguiti allo scopo di contribuire al rilancio del ceto medio correlato a nuovi processi di rigenerazione. Tale tematica chiama in causa il rapporto fra aree urbane e territori produttivi che nel caso di Milano suggerisce nuove forme di divisione del lavoro fra il capoluogo lombardo e il Made in Italy su scala nazionale.

Il turismo tra cambiamento e ritorno al passato

Durante la pandemia, il settore del turismo ha vissuto tre fasi: il fermo improvviso, poi un breve periodo nel quale ha considerato il lockdown come un’opportunità per riformarsi in maniera sostenibile, ed infine la ripartenza tornando a correre più veloce di prima, con un impatto spesso pesante e disomogeneo sui territori turistici. Oggi, al settore turistico italiano manca ancora quella capacità di governo e di coordinamento delle destinazioni che la complessità del prodotto turistico rende necessaria.