Se un giorno, lungo il vostro cammino, capitaste a XFARM, finireste a compiere il giro del mondo in pochi minuti, ripartendo poi carich* di storie e motivetti balcanici che risuonano in testa.
A pochi chilometri da San Vito dei Normanni, nel cuore della Puglia, la cooperativa sociale Qualcosa di Diverso è impegnata dal 2017 nella rigenerazione agroecologica e sociale di 50 ettari di terreni agricoli confiscati alla criminalità organizzata. L’esperimento si chiama XFARM Agricoltura prossima e oggi è un’azienda agricola sociale dinamica e multiculturale, alla periferia dei grandi poli produttivi ma al centro del crocevia culturale del Mediterraneo. La cooperativa è nata all’interno dell’esperienza del Laboratorio Urbano ExFadda, ex stabilimento enologico riconvertito in spazio di creatività, aggregazione e innovazione sociale, aperto alla comunità e ai giovani del territorio. Proprio da questa dimensione di sperimentazione, di conoscenza costruita dal fare e dalle relazioni, arriva l’intuizione di candidarsi al bando del comune di San Vito dei Normanni per la gestione delle terre sequestrate e rimaste abbandonate per anni.
Nel 2017 manca l’esperienza diretta nella gestione di colture e terreni agricoli, ma si decide di seguire una visione che vede nell’agricoltura sociale uno strumento per innescare processi di rigenerazione su più livelli, che possano, in ultima istanza, restituire al territorio e alle persone un bene comune, un parco rurale di arte, socialità e cultura. Da quel momento, si è sviluppato un variopinto e fluido gruppo di giovani – sognatori e sognatrici di professione – che dalle parti più tra loro distanti d’Italia, d’Europa e del globo, hanno scelto di legare la propria storia personale a quella di un territorio in cerca di cambiamento. Sono agricoltori, ma anche economistə, ecologə, sociologə, artistə, ricercatori, uno spaccato di mondo che si è ritrovato qui, a San Vito dei Normanni, unit* dalle proprie diversità, dalla contaminazione delle rispettive esperienze, in uno slancio collettivo teso a costruire – per davvero – spazi di vita più liberi e inclusivi, più armoniosi equilibri tra persone e ambiente naturale.
Appena varcato il pesante cancello di ferro con la scritta “XFARM Agricoltura prossima”, si apre alla vista l’Orto Comune, progetto di co-produzione orticola volto a connettere produttori e consumatori all’interno di quella che viene definita CSA (Community Supported Agriculture). In campo c’è Burbuque – Buqe, come tuttə la chiamano – nata a Elbasan, città dell’Albania Centrale sulla sponda destra del fiume Shkumbin. È arrivata in Italia quando la Repubblica Popolare Socialista di Albania si è dissolta, e le rive al di là dell’Adriatico sono apparse come un approdo possibile verso un futuro diverso. Accanto a lei c’è Dylaver, suo marito, anche lui originario di Elbasan, stoico e instancabile sul suo trattore. Sono gli agricoltori più esperti e conoscono ogni segreto dei terreni di XFARM. Lavorano lì da molto prima che XFARM diventasse XFARM, quando ancora c’era “il padrone” – come qualche volta ancora lo chiamano – a cui hanno poi sequestrato quei 50 ettari dopo anni di pratiche economiche illecite, e coltivazioni avide e insostenibili.
A tuttə quellə che giungono a XFARM – alle volte per restare, alle volte solo di passaggio – Buqe e Dylaver insegnano a potare i tralci nel modo corretto, a sistemare piantine e semi nella terra, a costruire strutture con ciò che si ha a disposizione, ad aggiustare le cisterne per preservare acqua. Da qualche tempo dietro a Dylaver c’è sempre Francesco, cresciuto a San Vito dei Normanni. Ha iniziato a lavorare a XFARM per finire di scontare una pena e in pochissime settimane è diventato eccellente alunno di Dylaver e prezioso tuttofare in campo. Francesco, che da questa terra voleva soltanto scappare, arriva ogni mattina in sella alla sua bicicletta per occuparsi del pascolo razionale di galline sotto l’uliveto Hasta l’Huevo, sperimentazione della pratica di consociazione tra piante di olivo e galline ovaiole, e progetto dedicato a costruire opportunità di lavoro per persone svantaggiate.
Giuseppe proviene da un percorso psichiatrico, ogni giorno gestisce in autonomia i pollai e raccoglie le uova fresche da vendere in paese. Ha dato un nome ad ogni gallina e chiede sempre di scattargli una foto. La manda alla sua ragazza per raccontarle cosa fa ogni giorno a lavoro. Samuel viene dal Gambia e si chiama Sambou Sillah. Non ha nemmeno trent’anni e prima di arrivare a San Vito dei Normanni è stato in Sardegna, dove è sbarcato arrivando dall’inferno libico. Parla poco ma al momento giusto. C’è sempre la musica quando ti fermi a parlare con lui, reggae africano con contaminazioni rap dagli States. Chucks è originario della Nigeria, lo stato più popoloso dell’Africa. Anche lui ha iniziato a lavorare con un tirocinio e adesso è uno di quelli che da indicazioni ai volontari durante la vendemmia e la raccolta delle olive. Ivana è nata a Milano, Pablo a Città del Messico ma arriva da una cittadina del Belgio, Ginevra è livornese, e poi Zamane, Daniele, Giacomo, Jacopo, Anna, Marco, Sara. Accenti e dialetti si mescolano, tra parole fiamminghe e canti albanesi. Come negli ecosistemi naturali, ogni persona e il suo micromondo, lasciate libere di essere, si ritrovano nel loro giusto posto, sperimentando se stessi sulla strada, senza fretta e forzature.
Sono queste – e non solo – le persone che disegnano i campi di azione e danno sostanza al progetto di XFARM, che diramano la spinta di cambiamento sul territorio attraverso, anche, la scelta di radicare la propria vita in questa Terra.
Ben lontano dall’essere un’isolata torre d’avorio, XFARM è l’azienda agricola di un territorio, un bene comune che non deve soltanto essere restituito alla comunità ma costruito attraverso meccanismi di partecipazione attiva e coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini. L’obiettivo è quello di trasformare i 50 ettari confiscati in un parco agricolo pubblico di cui tutt* possano farsi giardinier* temporane*, un hub culturale e sociale che intreccia dimensione agricola-produttiva e relazionale, una struttura di natura ibrida, multidimensionale, resiliente, anzi capace di fare della sua interdipendenza con l’ambiente e con gli stimoli esterni, il meccanismo essenziale di trasformazione. Proprio come un ecosistema naturale.
Ulteriori approfondimenti
XFARM Agricoltura prossima www.xfarm.me
Orto Comune www.xfarm.me/progetti/orto-comune