Gestire efficacemente e in modo sostenibile il fenomeno turistico in contesti complessi come le destinazioni richiede un approccio che integri vari piani connessi: normativo-giuridico, tecnico-operativo, economico-gestionale e di consenso da parte della comunità locale. In Italia, questa responsabilità ricade principalmente sulle amministrazioni locali attraverso le attività di destination governance. Tale attività si basa sulla gestione delle relazioni tra gli stakeholder e risponde in maniera flessibile alle esigenze specifiche delle diverse realtà territoriali (Pechlaner, Pichler & Volgger, 2012).
L’obiettivo principale è migliorare la competitività delle destinazioni, sfruttando le condizioni territoriali specifiche per definire la variante di gestione più efficace per ciascun contesto. Questo processo ha un carattere altamente strategico, dovendo armonizzare interessi e piani complessi (Tamma, 2012; Franch, 2010; Martini Barzolai, Moretti, & Tegon, 2024).
Come evidenziato dalla letteratura più recente, le attività di destination governance non puntano solo alla crescita delle destinazioni (Volgger & Pechlaner, 2014), ma mirano a uno sviluppo territoriale equilibrato, che tenga conto delle dinamiche tra turisti, operatori, residenti, policy maker e altri stakeholder (Martini Barzolai, Moretti, & Tegon, 2024).
L’overtourism rappresenta oggi una delle sfide più pressanti per la destination governance di molte destinazioni turistiche, impegnate a trovare un equilibrio delicato tra lo sviluppo territoriale e i principi della sostenibilità nelle sue dimensioni ambientale, economica e sociale. Tra le numerose misure per far fronte al fenomeno, la gestione dei flussi (visitor management) è quella più ampiamente dibattuta. Tale attività riguarda la gestione dell’accesso e del movimento di turisti e visitatori, con l’obiettivo di ridurre gli effetti negativi sul contesto locale e migliorare l’esperienza e la soddisfazione dei visitatori.
In letteratura, il visitor management è stato spesso studiato in contesti specifici, come parchi naturali, siti archeologici, musei, monumenti e luoghi di culto. In questi casi, le misure adottate possono includere la limitazione dell’accesso a gruppi numerosi, l’aumento della capacità dei servizi, la creazione di nuovi itinerari e la promozione di consapevolezza attraverso attività educative.
Il Contributo d’Accesso e altre misure di Visitor Management a Venezia
Il Contributo d’Accesso (CdA) introdotto in via sperimentale dal Comune di Venezia nella primavera del 20241, è una misura di visitor management orientata a limitare l’accesso alla città, applicandola a vari city users in base alle loro motivazioni di presenza in città (escludendo i turisti che già pagano la tassa di soggiorno). Alcuni di questi utenti sono soggetti alla prenotazione e al pagamento, altri alla sola prenotazione necessaria per ottenere l’esenzione. I residenti (e poche altre categorie specifiche) non sono invece soggetti ad alcun obbligo. Ad esempio, nella prima sperimentazione, svoltasi in 29 giornate tra aprile e luglio 2024, i visitatori che si recavano in città per ragioni non legate al lavoro, studio o altre motivazioni specifiche, dovevano pagare un contributo di 5 euro, prenotando attraverso una piattaforma, senza limiti al numero massimo di prenotazioni giornaliere. L’applicazione del CdA a un centro storico come Venezia rappresenta un caso unico, poiché solitamente misure simili sono adottate in contesti circoscritti o in singoli luoghi di interesse.
L’attuazione di questa sperimentazione ha richiesto un percorso normativo complesso, le cui premesse risalgono al Progetto di Governance Territoriale per il Turismo a Venezia approvato nel 2017. Questo documento esplorava la possibilità di regolare l’accessibilità all’Area Marciana, considerata un “complesso monumentale” ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, discutendo gli aspetti normativi, tecnico-organizzativi ed economici legati alla fattibilità e sostenibilità di tale misura.
Successivamente, questa riflessione è stata estesa all’intera città, grazie all’autorizzazione concessa al Comune di Venezia dalla Legge di Bilancio per l’anno 2019, che ha introdotto il primo Regolamento per l’istituzione e la disciplina del Contributo di Accesso alla Città antica e alle altre isole minori della laguna. Questo regolamento ha subito modifiche tecniche per garantire l’applicazione del contributo attraverso vari vettori e ha subito rinvii a causa della pandemia da Covid-19.
Il nuovo testo del regolamento, approvato a settembre 2023, ha svincolato il contributo dall’accesso tramite vettore, grazie alla modifica dell’art. 1, comma 1129 della legge n.145/2018. Dal punto di vista normativo, sia la modifica alla legge che il regolamento considerano il contributo d’accesso come previsto dall’articolo 4, comma 3-bis, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, in riferimento al contributo di sbarco, una misura già adottata da 17 comuni delle isole minori italiane.
Vista la specificità dell’intervento normativo, questa misura non può al momento essere applicata da altre destinazioni o città d’arte. Tuttavia, nel caso di attrazioni turistiche, come luoghi culturali, l’accesso può essere a pagamento secondo quanto previsto dall’art. 103 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Nelle aree naturali, come parchi nazionali o riserve naturali, la legge n. 394 del 1991 considera come entrate dell’ente parco i proventi derivanti dal diritto d’ingresso.
Per il Comune di Venezia, il CdA si inserisce in una serie di iniziative di visitor management già avviate in passato. La campagna di comunicazione e sensibilizzazione #EnjoyRespectVenice (lanciata nel 2017) riprende alcune norme derivate dal Regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana, con l’obiettivo di diffondere buone pratiche e aumentare la consapevolezza del visitatore. Un’altra misura è l’introduzione nel 2024 dell’art. 71-bis nel Regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana2 che limita i gruppi accompagnati da guide turistiche a 25 persone e richiede l’uso di auricolari per gruppi superiori a 10 persone (escluse le scolaresche). Inoltre, il Comune ha promosso nuovi itinerari, ha istituito punti informativi e ha introdotto l’imposta di soggiorno3 e la Venezia Unica City Pass. Parallelamente, sono state avviate altre policy nell’ambito della destination governance, come la regolamentazione delle attività commerciali, con divieti temporanei di apertura per alcune categorie in aree protette e l’incentivazione di attività artigianali e culturali4.
Lo Sviluppo Sostenibile delle Destinazioni Turistiche
Nonostante il CdA sia stato pensato come parte di un contesto più ampio di misure di destination governance, la sua applicazione è ancora oggetto di dibattito. Le implicazioni della sua introduzione vanno infatti oltre la sua efficacia come strumento di visitor management. Da un lato, il connesso sistema di prenotazione potrebbe offrire potenzialità per attività di intelligence e supporto data-driven ai processi di policy making, utili anche per interazioni mirate con i visitatori. Dall’altro, il CdA non appare integrato in una visione strategica di sviluppo sostenibile del territorio che coinvolga in modo partecipativo i diversi stakeholder della città.
Come suggerito dalla letteratura, un efficace processo di destination governance si basa su una visione strategica della destinazione, radicata nelle specificità del territorio e condivisa con gli stakeholder locali. La complessità del percorso, che include numerose interdipendenze nei vari ambiti di governo del territorio, richiede che le diverse misure studiate e sperimentate dagli amministratori siano contestualizzate in un processo di pianificazione più ampio, che integri tutti gli ambiti di intervento delle policy.
Ulteriori approfondimenti
- Franch, M. (2010). Marketing delle destinazioni turistiche. Metodi, approcci e strumenti: McGraw-hill.
- Martini Barzolai, M., Moretti, A., & Tegon, L. (2024). Prospettive sull’overtourism: verso una nuova governance delle destinazioni e dei territori. In XXVI Edizione del Rapporto sul Turismo Italiano: CNR Edizioni.
- Pechlaner, H., Pichler, S., & Volgger, M. (2012). Dal Destination management alla destination governance: prospettive di gestione di destinazioni community e corporate based. In H. Pechlaner, P. Paniccia, M. Valeri, & F. Raich (Eds.), Destination Governance. Teoria ed esperienze. Torino: Giappichelli.
- Tamma, M. (2012). Aspetti strategici della destination governance. In Destination governance. Teoria ed esperienze (pp. 125-146): G. Giappichelli Editore.
Note
1 Approvazione nuovo “Regolamento per l’istituzione e la disciplina del contributo di accesso, con o senza vettore, alla Città Antica del Comune di Venezia e alle altre isole minori della laguna” con Deliberazione Consiglio Comunale n. 51 del 12.09.2023
2 Introduzione art. 71-bis e modifica del Regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana con Deliberazione Consiglio Comunale n.6 del 01/02/2024
3 Introduzione Regolamento dell’Imposta di Soggiorno nella città di Venezia con Deliberazione Consiglio comunale n. 83 del 23.06.2011 e successive modifiche e integrazioni
4 «Misure di regolamentazione dell’esercizio di attività ai fini della loro compatibilità con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale di alcune aree del centro storico di Venezia»; Deliberazione Consiglio Comunale n.26 del 26.04.2022