18 Ottobre, 2024

Il settore fotovoltaico in Italia

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Una delle strategie principali del Green Deal per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 è la transizione del sistema energetico europeo verso una produzione energetica più efficiente e a maggiore utilizzo di risorse rinnovabili essendo il settore energetico uno dei principali produttori di gas a effetto serra.

Nell’ultimo decennio l’importanza delle fonti energetiche rinnovabili (FER) alla produzione energetica italiana è cresciuto costantemente passando fra il 2007 e il 2021 dal 15% al 40%. Fra le varie FER il settore solare si è ritagliato uno spazio crescente arrivando a contribuire alla produzione di energia derivante da FER per una quota pari al 22% nel 2021 (nello stesso anno gli altri settori FER hanno contribuito per una quota pari a: Idrico 39%, Eolico 18%, Bioenergie 16% e Geotermico 5%).

Figura 1 – Percentuale di produzione energetica da FER per tipologia di FER. Fonte: Rapporto Statistico 2021 GSE

L’espansione dei sistemi fotovoltaici in Italia ha avuto un forte impulso a partire dal 2005, con l’introduzione del Conto Energia, un sistema di incentivi che prevede tariffe incentivanti per l’energia prodotta da impianti fotovoltaici. Questo programma ha stimolato enormemente l’installazione di nuovi impianti, sia a livello residenziale sia industriale, portando l’Italia a superare la soglia di 18 GW di potenza installata già nel 2014.

A partire dal 2013, gli incentivi diretti sono stati gradualmente ridotti, ma l’Italia ha continuato a supportare il fotovoltaico attraverso altri pacchetti di incentivi diretti (Scambio sul Posto) e detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e l’efficienza energetica (Superbonus 110).

A fine 2023 l’Italia presenta oltre 30 GW di potenza fotovoltaica installata (nel 2008 era pari a 0,48 GW). Nel corso dell’ultimo decennio l’installazione di impianti fotovoltaici è aumentata costantemente in Italia, passando da 34.805 impianti nel 2008 a 1.597.447 impianti nel 2023. Questo risultato è frutto non solo delle politiche incentivanti, ma anche della crescente competitività economica del fotovoltaico, che ormai può competere direttamente con le fonti energetiche tradizionali senza necessitare di sovvenzioni significative.

Figura 2 – Numero di sistemi fotovoltaici installati (barre blu) e potenza installata in MW (linea rossa) in Italia dal 2008 al 2023. Fonte: Statistiche GSE

La scala degli impianti fotovoltaici installati in media è relativamente piccola e pari a 19 kW per impianto. Gli impianti fotovoltaici di piccola taglia con potenza inferiore o uguale a 20 kW costituiscono circa il 94% delle installazioni totali in termini di numero di impianti, ma rappresentano solo il 29% della capacità installata totale. Al contrario, il restante 71% della potenza totale installata proviene da impianti fotovoltaici di medie e grandi dimensioni che rappresentano solo il 6% del numero totale di impianti in termini di numerosità (il 49% della potenza installata deriva dagli impianti tra i 21 e i 1000 kW e per il 22% da quelli oltre i 1000 kW).

Figura 3 – Numero di sistemi fotovoltaici installati (linea blu) e potenza installata (barre rosse) per categoria di dimensione in percentuale rispetto al totale installato in Italia a fine 2023. Fonte: Statistiche GSE

Come per molti altri aspetti socioeconomici del sistema italiano, esistono notevoli differenze regionali anche rispetto alla penetrazione del fotovoltaico, sia in termini di numero di impianti sia di potenza installata totale. Secondo i dati del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) il 41% dei sistemi fotovoltaici totali è installato solo in tre regioni: Lombardia, Veneto ed Emilia- Romagna. Ciò evidenzia una forte concentrazione delle installazioni di piccola dimensione nelle regioni del centro-nord del paese rispetto a quelle meridionali.

Anche in termini di potenza installata il centro-sud presenta livelli mediamente minori delle regioni settentrionali con l’unica eccezione della Puglia che da sola detiene il 10,9% della potenza installata a livello nazionale. Oltre alla Puglia, le regioni con il maggiore livello di potenza installata rispetto al totale nazionale sono: Lombardia (13,35%), Veneto (10,45%), Emilia-Romagna (9,99), Piemonte (8,46) e Sicilia (7,14). La mappa in Figura 4 e il grafico in Figura 5 mostrano rispettivamente la distribuzione geografica del numero di impianti e la potenza installati per regione.

Figura 4 – Distribuzione geografica del numero di sistemi fotovoltaici installati fra le regioni italiane a fine 2023. Fonte: Statistiche GSE
Figura 5 – Percentuale della potenza installata per regione sul totale nazionale. Fonte: Statistiche GSE

Considerando quindi sia i dati di distribuzione geografica delle installazioni dei sistemi fotovoltaici sia i dati di capacità installata, riferibili rispettivamente ai sistemi ad uso privato e a quelli su scala industriale, è evidente un divario tra regioni nord-sud. Ciò risulta particolarmente interessante se si considera il fatto che le regioni meridionali presentano un livello di efficienza solare superiore rispetto alle regioni del nord principalmente dovuto alle migliori condizioni di esposizione solare e quindi ad una maggiore produttività potenziale di energia da fotovoltaico. È quindi doveroso domandarsi quali possano essere le cause di tale divario.

Figura 6 – Distribuzione geografica dell’irradianza solare media (kWh per m2 su piano orizzontale) per regione italiana nel 2022. Fonte: Dati RSE (http://sunrise.rse-web.it)

Un recente studio ha mostrato come i principali driver di diffusione per i sistemi di piccola dimensione in Italia siano le condizioni di reddito delle famiglie e il mercato immobiliare (sia in termini di valore delle vendite, sia in termini di numero di transazioni), mentre i fattori legati alla qualità istituzionale e al capitale sociale dei territori non sembrano molto rilevanti. Altro elemento che non sembra incidere come fattore di diffusione è il livello di irradiazione solare, ossia il potenziale fisico dei territori in termini di assorbimento di energia solare.

Questi elementi, reddito e vivacità del mercato immobiliare, potrebbero dunque parzialmente spiegare le divergenze del fotovoltaico tra nord e sud del paese rispetto all’installazione privata. Rimane però ancora aperta la questione delle differenze tra installazioni di grandi dimensioni (superiori ai 20 kW). Esse potrebbero dipendere da motivi istituzionali e di rischio tali da ridurre l’attrattività delle aree meridionali in termini di investimenti nel settore fotovoltaico. Purtroppo, però, la carenza di studi specifici su questo tema ha finora impedito l’individuazione di tali fattori.

Inoltre, è tuttora poco chiaro quanto le divergenze tra nord e sud del paese in termini di diffusione del fotovoltaico possano andare ad acuire ulteriormente le divergenze socioeconomiche esistenti tra regioni del nord e quelle meridionali.

Restano quindi più domande che risposte sulla questione della diversa velocità nella diffusione del fotovoltaico nelle regioni italiane. Rispondere a tali domande potrà essere utile per capire se (e come) la transizione ecologica potrà essere realizzata e se tale processo potrà alleviare o aggravare il divario nord-sud e più in generale le divergenze socioeconomiche fra regioni italiane.

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