Quando l’arte crea ponti tra generazioni e aiuta a ri-animare e a ri-guardare le aree marginali.
Attraverso il progetto ArtePollino Un Altro Sud, il settore pubblico, in Basilicata, si è fatto promotore, nel 2008, di un’iniziativa culturale e artistica in un’area che oggi siamo soliti definire marginale, periferica, un’area interna e quindi lontana dalle dinamiche di sviluppo, fatta di piccoli centri spopolati e vuoti enormi, in cui la dimensione ambientale è pervasiva: centri ricchi di risorse naturali ma privi, ad esempio, di istituzioni artistiche. L’obiettivo del progetto non era riqualificare degli spazi aperti, che invece risultavano essere di gran pregio, ma modificare lo sguardo su questo territorio, riproporlo, sotto una nuova ottica, a potenziali visitatori, svelarne il valore ancora poco noto e offrire una motivazione in più per conoscerlo. Sei artisti – Carsten Höller, Anish Kapoor, Claudia Losi, Giuseppe Penone, Anni Rapinoja, Nils-Udo – tra il 2008 e il 2009, sono stati invitati a confrontarsi con la vasta area protetta del Parco nazionale del Pollino e con la sua natura sontuosa, a progettare e realizzare la propria opera d’arte all’interno del paesaggio, mutevole per definizione, e a interagire e coinvolgere le comunità per la realizzazione delle opere o all’interno di laboratori.
Sollecitando gli artisti a una lettura dell’ambiente e dello spazio, carico di quei valori costruiti quotidianamente dai suoi abitanti, alla decodificazione delle impronte che la storia ha depositato sul territorio, provando a instaurare un dialogo con la popolazione, si è arrivati alla formazione di un patrimonio artistico site specific di grande valore.
L’associazione ArtePollino è nata all’interno di quel progetto promosso dalla Regione Basilicata, dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Biennale di Venezia, inserito nel programma Sensi Contemporanei.
L’esperienza, conclusasi con l’inaugurazione delle opere nel 2009, è stata sicuramente incisiva ma ha lasciato zone di luce e ombra. Il tutto è servito a uscire fuori, ad aprirsi allo sconosciuto e allo sguardo altro. Oltre ai tanti visitatori, arrivati nel Pollino per conoscerne la natura e le installazioni artistiche, da questa esperienza sono scaturiti incontri, relazioni, soprattutto in campo nazionale.
Anche grazie a questi rapporti, negli anni successivi, l’associazione ha trovato lo stimolo e la forza per portare avanti, oramai in piena autonomia, tante attività che hanno coinvolto altri artisti, attori, musicisti, operatori culturali, associazioni di volontariato, scuole, amministrazioni comunali, accademie di belle arti, cittadini. Fino ad arrivare a essere parte attiva nella candidatura di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e, dopo la proclamazione, una delle realtà locali che hanno realizzato parte del programma culturale: il progetto Ka art. Per una cartografia corale della Basilicata, incentrato sul cammino come pratica estetica, percettiva e creativa, sull’attraversamento del territorio come forma di conoscenza e su una mappatura inusuale come forma di narrazione corale, si è focalizzato su esplorazioni collettive, quanto più possibile lente, nelle aree interne del sud della Basilicata che ricadono nel Parco, insieme ad artisti, scrittori, scienziati. Da questo lungo e complesso lavoro è venuta fuori una cartografia – kaart – non convenzionale, fatta di parole, segni, gesti, che evocano l’esperienza, le emozioni, le sensazioni legate ai luoghi, e aiuta a comprendere meglio chi vive questo territorio, come lo vive, ma anche qualcosa di chi lo ha osservato.
Grazie anche all’esperienza avviata da ArtePollino nella programmazione culturale del MULA+ Museo e Biblioteca di Latronico, che si è caratterizzato come luogo di interazione e scambio, l’incontro con chi arriva dall’esterno è servito per iniziare a ri-guardare il proprio territorio con occhi diversi, a cercare il nesso tra passato e presente, la contemporaneità nell’antico, senza cedere a luoghi comuni, mitizzazioni o modelli mutuati da altri contesti ma prendendosene cura realmente.
Da quel 2019, il cammino, in senso letterale e metaforico, intrapreso dall’associazione, non si è arrestato: ArtePollino non ha smesso di invitare artisti e proporre esplorazioni per celebrare il paesaggio e lasciarsi sorprendere dalle sollecitazioni, soffermarsi sui dettagli, raccogliere osservazioni, leggere e interpretare la natura, gli aspetti della vita reale e, altresì, immaginare.
Nel Ka, uno dei simboli più antichi dell’umanità, il simbolo dell’eterna erranza, del movimento, della forza vitale, l’associazione si è riconosciuta, in quanto molti dei soci hanno alle spalle esperienze come camminatori, escursionisti, per lavoro e per diletto (Careri, 2016).
Nell’estate del 2021, dopo l’arresto imposto dalla pandemia, per dare continuità al percorso intrapreso, ArtePollino è ripartita da Ka art 0-16, invitando, questa volta, a camminare insieme, lungo i sentieri del Parco, scrittori per l’infanzia, bambini e famiglie.
Ma è nel 2022 che il cammino diventa definitivamente filo conduttore del programma associativo, il filo che tiene insieme arte, natura, sostenibilità: il programma ArtePollino2022, tutto dedicato ai cambiamenti climatici, ha visto artisti, registi, ricercatori, scienziati, responsabili di musei, interrogarsi e proporre stimoli di riflessione, ognuno attraverso il proprio linguaggio, sulla sfida più importante del nostro tempo, la sostenibilità ambientale, appunto. Ne sono nati video, laboratori, walkabout, incontri.
Il cammino come arte è stato il tema del programma realizzato nel 2022 nel Comune di San Severino Lucano, nell’ambito del progetto arte@parte, che ha visto protagonisti artisti e ricercatori portare avanti ulteriori azioni finalizzate ad accorciare sempre più le distanze tra l’arte, la natura, le tradizioni, la storia, la cultura del Parco nazionale del Pollino, e mettere in dialogo questi mondi apparentemente distanti.
Mescolando sopravvivenze del passato e innovazione, reinterpretando “in termini contemporanei gli elementi che la tradizione ci ha lasciato” (Decandia et al., 2016), ArtePollino tenta, attraverso questi interventi, di dare spazio al territorio, insieme ai suoi abitanti, considerandolo non semplicemente come lo sfondo delle azioni ma piuttosto uno dei “principali protagonisti” (Decandia et al., 2016) con cui gli artisti, gli scrittori, gli scienziati sperimentano un dialogo, camminando.
Il coinvolgimento e la partecipazione del territorio è un elemento chiave. Coinvolgimento in termini numerici, certamente. Ma soprattutto coinvolgimento in termini di reali opportunità, per chi vive in questi luoghi, di incontrare persone e fare esperienze nuove, conoscere, ascoltare, parlare di temi importanti, per ripensare il proprio territorio e il rapporto con esso.
L’obiettivo è far circolare abilità, storie, creatività, attraverso il contatto diretto tra le persone, per stimolare l’iniziativa personale, il bisogno e la richiesta di cultura, laddove è debole, e creare benessere, integrazione e coesione sociale nelle aree remote della regione.
Ulteriori approfondimenti
- Earth Pollino, dove il vuoto coesiste con il pieno (Giornale delle Fondazioni)
- Per sostenere gli spazi culturali dobbiamo riguardare i luoghi a cui appartengono: il caso del museo MULA+ di Latronico
- Careri F. (2006), Walkscapes. Camminare come pratica estetica. Torino: Einaudi. p. 37.
- Decandia L., Lutzoni L. (2016), La strada che parla. Dispositivi per ripensare il futuro delle aree interne in una nuova dimensione urbana. Milano: Franco Angeli.