Antonio Lopes

Professore Ordinario di Economia Politica presso l’Università di Napoli L’Orientale, docente presso la LUISS “G. Carli” e consigliere di Amministrazione della SVIMEZ. I suoi interessi di ricerca riguardano l’analisi delle politiche di sviluppo territoriale e le metodologie per la misurazione dell'efficienza nel settore bancario e della Pubblica Amministrazione

Acqua al Sud: senza competenze il rubinetto dei fondi resta chiuso

Il servizio idrico in Italia è caratterizzato da un’eccessiva frammentazione della governance che si traduce in inefficienze e sprechi. Paradossalmente tutto ciò rende problematico che gli enti locali possano accedere alle risorse del PNRR predisposte per questo settore.

Competenze e PNRR: si vuole veramente investire in capitale umano nella Pubblica amministrazione?

Il PNRR per essere attuato richiede una Pubblica amministrazione all’altezza della sfida: non è detto che le misure messe in atto dall’esecutivo per affrontare queste criticità in questi mesi siano in grado di imprimere una svolta.

Investimenti e PNRR a che punto stiamo?

La nuova regolamentazione degli appalti, la semplificazione e le regole di bilancio hanno consentito, dal 2019, di invertire le decennali dinamiche negative degli investimenti pubblici. Ciò nasconde tuttavia una cronica lentezza nelle procedure di spesa che, secondo la Corte dei conti, rischia di minare l’attuazione delle opere del PNRR.

Scadenze del PNRR e squilibri territoriali tra incertezza politica e tensioni internazionali

Con la caduta del Governo Draghi e la fine anticipata della legislatura, aumenta l’incertezza politica sulla realizzazione del PNRR e sul rispetto delle scadenze previste nei prossimi mesi al quale è legata l’erogazione delle risorse da parte dell’Europa. Tutto ciò avviene in un contesto macroeconomico caratterizzato da un’accentuazione dei divari territoriali ulteriormente inaspriti dalle tensioni internazionali.

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Una Call per gli Autori

La rivista è aperta a coloro che ritengono di avere un contributo da offrire al dibattito. La collaborazione avviene promuovendo articoli di carattere puntuale e/o gruppi di articoli coordinati su un tema. I contributi hanno una lunghezza compresa tra quattro e seimila caratteri. Per ogni richiesta di approfondimento: info@dite-aisre.it

Il patrimonio culturale come motore di sviluppo locale: quali opportunità e sfide?

Il patrimonio culturale, se adeguatamente valorizzato, può rappresentare un motore di sviluppo locale. Mettere la cultura al centro di politiche dedicate allo sviluppo significa puntare ad investire sulle specificità locali, sulle potenzialità delle risorse territoriali, sulle conoscenze, le capacità e il capitale sociale allo scopo di stimolare creatività, innovazione e progresso sostenibile. Le potenzialità del patrimonio culturale sono molteplici, come le sfide da affrontare per garantire strategie di valorizzazione lungimiranti ed efficaci.

Dalla rigenerazione alla rimilitarizzazione delle ex caserme dismesse. Il caso della Caserma Trieste a Casarsa della Delizia

La storia dell’ex Caserma Trieste racconta le politiche atte a riscattare quest’area abbandonata per farne un modello utile a realtà simili. Purtroppo, nel quadro geopolitico grandemente mutato, l’importanza del confine nord-orientale italiano assume un nuovo ruolo e la retrocessione dei luoghi ex-militari alle comunità locali è più così certa.

Distanti ma vibranti. La capacità dei luoghi di adattarsi alla perifericità

In anni recenti molti esponenti del mondo accademico e tra i policy makers si sono schierati contro la narrazione dominante che le zone marginali siano destinate ad un inesorabile destino di abbandono e lenta scomparsa. Esistono in realtà alcuni territori, che abbiamo definito ‘vibranti’, capaci di resistere alla tendenza allo spopolamento adattandosi alla loro perifericità. Comprendere quali siano gli elementi esogeni, o quali le risorse endogene su cui hanno fatto perno, diviene un importante fattore di conoscenza per chi ha la responsabilità di proporre strumenti per promuovere la coesione territoriale e ridurre le disparità territoriali.

I vantaggi economici e sociali del reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane

Il reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane è da anni oggetto di riflessione e costruzione di politiche pubbliche in diverse metropoli globali. L’insediamento e la crescita di imprese nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato sono perseguiti allo scopo di contribuire al rilancio del ceto medio correlato a nuovi processi di rigenerazione. Tale tematica chiama in causa il rapporto fra aree urbane e territori produttivi che nel caso di Milano suggerisce nuove forme di divisione del lavoro fra il capoluogo lombardo e il Made in Italy su scala nazionale.