Giancarlo Corò

Professore Ordinario di Economia Applicata presso il Dipartimento di Economia dell'Università Ca' Foscari di Venezia, dove insegna Economia dello Sviluppo e del Commercio Internazionale, Economics of Globalisation, Industrial Cluster Economics. E’ direttore scientifico dell’Executive Program Export Manager di Ca’ Foscari Challenge School. Tra i progetti di ricerca vi è lo studio della complessità economica dei sistemi produttivi locali e l’analisi dell’impatto delle tecnologie digitali sul commercio internazionale. Tra le pubblicazioni recenti il libro scritto con G. Buciuni, Periferie competitive. Lo sviluppo dei territori nell'economia della conoscenza, Bologna, Il Mulino e il volume con R. Dalla Torre, Spazio metropolitano, Marsilio editore, 2015.

Polarizzazione dell’innovazione e nuove disuguaglianze

Negli ultimi vent'anni, l'integrazione dei mercati globali ha comportato una convergenza tra grandi aree geoeconomiche, ma una crescente disuguaglianza interna ai paesi, in particolare con alcune "superstar cities" nelle quali si sono concentrate le risorse chiave dell'innovazione. Ciò ha generato una nuova disparità economica e influenzato le dinamiche politiche. Per contrastare questa disuguaglianza è importante comprendere la sua portata e imparare da casi di successo di "periferie competitive" – come Galway, Raleigh-Durham o l’Emilia-Romagna – che offrono modelli replicabili per politiche di sviluppo nell'economia della conoscenza.

Un’agenda di policy per territori competitivi oltre le Superstar City

I divari regionali vanno oltre il reddito, generando esclusione sociale e risentimento politico. La redistribuzione delle risorse non è da sola sufficiente; servono invece territori competitivi basati su specializzazioni complementari alle grandi aree metropolitane, maggiore complessità economica, connettività globale, cooperazione tra istruzione e industria, e una finanza a sostegno della nuova imprenditorialità. Ma ciò richiede un “patto implicito” tra istituzioni, imprese, sistema educativo e finanza. Senza questo patto, le politiche più audaci non avranno successo.

Emilia-Romagna, terra dei distretti 4.0

L'Emilia-Romagna è stata negli ultimi anni la regione più competitiva dell'economia italiana. Diverse imprese sono riuscite a integrare produzione e servizi con modelli di business avanzati, sfruttando competenze distintive, collaborazioni accademiche e finanziamenti europei. Fra gli elementi chiave del successo competitivo dell’Emilia-Romagna ci sono la presenza di imprese leader e di distretti manifatturieri di classe mondiale, la collaborazione con scuole tecniche e università, e un sistema finanziario collegato al territorio. Le politiche industriali e del lavoro hanno inoltre contribuito ad attrarre investimenti diretti esteri e ancorarli al territorio.

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Il patrimonio culturale, se adeguatamente valorizzato, può rappresentare un motore di sviluppo locale. Mettere la cultura al centro di politiche dedicate allo sviluppo significa puntare ad investire sulle specificità locali, sulle potenzialità delle risorse territoriali, sulle conoscenze, le capacità e il capitale sociale allo scopo di stimolare creatività, innovazione e progresso sostenibile. Le potenzialità del patrimonio culturale sono molteplici, come le sfide da affrontare per garantire strategie di valorizzazione lungimiranti ed efficaci.

Una Call per gli Autori

La rivista è aperta a coloro che ritengono di avere un contributo da offrire al dibattito. La collaborazione avviene promuovendo articoli di carattere puntuale e/o gruppi di articoli coordinati su un tema. I contributi hanno una lunghezza compresa tra quattro e seimila caratteri. Per ogni richiesta di approfondimento: info@dite-aisre.it

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