Territori

Rapporti conflittuali nella triade partecipazione/ urbanistica/ populismo 

Negli articoli di questo numero si riflette sull’importanza di una rinnovata democrazia partecipativa capace di incidere nei processi decisionali urbanistici considerando anche i crescenti populismi. In questo primo contributo, si difende la necessità di una nuova ecourbanistica, sostenuta da una figura rinnovata di urbanista intellettuale, capace di confrontarsi criticamente con le pubbliche amministrazioni anche grazie alla democrazia partecipativa dell’associazionismo civico

Sulla democrazia partecipativa nei processi decisionali urbanistici

Rispondendo ad alcune domande, l’autore illustra la rilevanza che dovrebbe avere nei processi decisionali urbanistici, anche in Italia, la consultazione dei cittadini nella deliberative democracy. Citando la recente esperienza in India dell’Urban Transport Project a Mumbai e la costruzione di un’autostrada di interesse intercomunale in Francia, Sabino Cassese spiega perché lo scarso ricorso alla democrazia partecipativa a livello amministrativo sia oggi un problema, anche davanti alle diverse forme di populismo che sembrano crescere in tutta Europa.

Attualità delle procedure partecipative di Giancarlo De Carlo 

Credendo nell’importanza della partecipazione anche per l’attuale urbanistica e nella validità ancora oggi dell’insegnamento del suo maestro a riguardo, Franco Mancuso ricorda due procedure partecipative che ha vissuto con G. De Carlo, entrambe caratterizzate dalla sua fiducia nella partecipazione come momento essenziale di ogni processo di progettazione. La prima alla fine degli anni Cinquanta per la redazione del Piano Regolatore di Urbino e la seconda all’inizio degli anni Settanta per la progettazione del villaggio Matteotti a Terni.

Gli effetti regionali della spesa pubblica nelle politiche attive del mercato del lavoro per le economie avanzate

Le politiche attive del mercato del lavoro potrebbero svolgere un ruolo importante nel rendere i mercati del lavoro regionali più resilienti alla crisi dovuta al COVID-19 in quanto potrebbero aiutare i nuovi disoccupati a trovare lavoro più rapidamente e facilitare l'incontro di persone in cerca di lavoro con opportunità di lavoro emergenti. I risultati ottenuti in un recente contributo suggeriscono che incrementi di spesa per politiche attive del mercato del lavoro hanno un effetto a breve e medio termine nel ridurre la disoccupazione, mentre aumentano gradualmente la produzione. Tali effetti tendono ad essere maggiori in periodi economici avversi, e se integrati da maggiori spese dei fondi europei.

Ecosistema innovativo e territorio in Puglia

Le start up innovative, con la loro ormai storia decennale, costituiscono una componente importante per la creazione di un ecosistema innovativo (in particolare per il settore high tech) e per una maggiore dinamicità dello sviluppo territoriale. Nel periodo di programmazione 2014-2020, la Puglia ha attuato politiche di aiuto a favore di start up innovative, grandi imprese e PMI che hanno prodotto effetti differenziati nei sistemi locali del lavoro che compongono il territorio. Partendo dai risultati prodotti dalle politiche per le imprese si delinea una possibile evoluzione delle politiche di sostegno maggiormente orientata allo sviluppo di ecosistemi territoriali connessi.

Il riorientamento dei POR FESR 2014-2020 in Italia a seguito dell’emergenza COVID

La pandemia da Covid-19 ha condizionato l’attuazione della Politica di Coesione UE e dei Programmi Operativi Regionali (POR) FESR 2014-20, riorientati per contribuire a fronteggiare l’emergenza sanitaria. In tal senso, nell’articolo si indaga la loro trasformazione tra prima e dopo l’avvento della pandemia, confrontando in tempo reale il mutamento de facto dei POR e il relativo comportamento delle Regioni tra la situazione pre-Covid al 31.12.2019 e quella successiva al picco pandemico alla data del 31.08.2021.

Qualificare il dibattito intorno all’abitare. Le dinamiche di affordability

Come conseguenza dei fenomeni di accentramento di opportunità e finanziarizzazione della casa, il tema dell’accesso all’abitazione nei contesti urbani più dinamici è tornato rilevante insieme al problema dell’housing affordability – l’insostenibilità dei costi abitativi.

Un nuovo protagonismo dell’edilizia residenziale pubblica

Dopo decenni di disattenzione al tema, la disponibilità di fondi legati al PNRR rappresenta un'opportunità per ripensare il ruolo dei quartieri pubblici – in passato laboratori per sperimentare nuove modalità abitative e di progettazione urbana – e degli enti gestori nella rigenerazione delle città italiane. L’appello a un nuovo protagonismo (sia dei quartieri che degli attori) non è solo alimentato dalla crescente necessità di questo servizio pubblico in tempi di crisi, ma anche dall'esistenza di progettualità e innovazioni nel settore che finora hanno ricevuto poca attenzione.

Articoli più letti

Il patrimonio culturale come motore di sviluppo locale: quali opportunità e sfide?

Il patrimonio culturale, se adeguatamente valorizzato, può rappresentare un motore di sviluppo locale. Mettere la cultura al centro di politiche dedicate allo sviluppo significa puntare ad investire sulle specificità locali, sulle potenzialità delle risorse territoriali, sulle conoscenze, le capacità e il capitale sociale allo scopo di stimolare creatività, innovazione e progresso sostenibile. Le potenzialità del patrimonio culturale sono molteplici, come le sfide da affrontare per garantire strategie di valorizzazione lungimiranti ed efficaci.

Una Call per gli Autori

La rivista è aperta a coloro che ritengono di avere un contributo da offrire al dibattito. La collaborazione avviene promuovendo articoli di carattere puntuale e/o gruppi di articoli coordinati su un tema. I contributi hanno una lunghezza compresa tra quattro e seimila caratteri. Per ogni richiesta di approfondimento: info@dite-aisre.it

Dalla rigenerazione alla rimilitarizzazione delle ex caserme dismesse. Il caso della Caserma Trieste a Casarsa della Delizia

La storia dell’ex Caserma Trieste racconta le politiche atte a riscattare quest’area abbandonata per farne un modello utile a realtà simili. Purtroppo, nel quadro geopolitico grandemente mutato, l’importanza del confine nord-orientale italiano assume un nuovo ruolo e la retrocessione dei luoghi ex-militari alle comunità locali è più così certa.

Distanti ma vibranti. La capacità dei luoghi di adattarsi alla perifericità

In anni recenti molti esponenti del mondo accademico e tra i policy makers si sono schierati contro la narrazione dominante che le zone marginali siano destinate ad un inesorabile destino di abbandono e lenta scomparsa. Esistono in realtà alcuni territori, che abbiamo definito ‘vibranti’, capaci di resistere alla tendenza allo spopolamento adattandosi alla loro perifericità. Comprendere quali siano gli elementi esogeni, o quali le risorse endogene su cui hanno fatto perno, diviene un importante fattore di conoscenza per chi ha la responsabilità di proporre strumenti per promuovere la coesione territoriale e ridurre le disparità territoriali.

I vantaggi economici e sociali del reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane

Il reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane è da anni oggetto di riflessione e costruzione di politiche pubbliche in diverse metropoli globali. L’insediamento e la crescita di imprese nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato sono perseguiti allo scopo di contribuire al rilancio del ceto medio correlato a nuovi processi di rigenerazione. Tale tematica chiama in causa il rapporto fra aree urbane e territori produttivi che nel caso di Milano suggerisce nuove forme di divisione del lavoro fra il capoluogo lombardo e il Made in Italy su scala nazionale.