16 Settembre, 2024

Conto alla rovescia: posti letto e residenti in una città a breve termine

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Si è chiusa quest’estate la prima sperimentazione del contributo di accesso alla città di Venezia tra polemiche e discussioni sui media di mezzo mondo. Presentato dalla Giunta come un provvedimento volto a mitigare l’impatto del turismo giornaliero, alla luce dei dati ricavati dai primi 29 giorni di sperimentazione, la misura non ha determinato una riduzione della pressione turistica. 

Le numerose voci critiche che si sono levate in questi mesi hanno piuttosto evidenziato diverse problematicità relative alla misura adottata. In particolare è stato osservato come quest’ultima: 1) sembrasse finalizzata più a capitalizzare ulteriormente i flussi in entrata piuttosto che a ridurli; 2) non prevedesse un limite agli accessi, puntando unicamente a un disincentivo economico di dubbia efficacia; 3) sancisse, simbolicamente e materialmente, la natura eminentemente turistica e museale della città, delineando politiche di gestione turistica più affini a quelle dei parchi tematici che a quelle delle città; 4) non affrontasse i più stringenti problemi causati dalla turistificazione, primo tra tutti quello della competizione tra popolazione residente e turisti nell’uso dello stock abitativo.

È proprio su quest’ultimo punto che vorremmo concentrarci in questa sede. La fondamentale importanza del tema dell’abitare in rapporto al fenomeno dell’overtourism risulta evidente dal confronto tra due serie di numeri, materialmente consultabili in città a partire da due contatori posti rispettivamente presso la farmacia Morelli in campo San Bartolomeo e presso la libreria Marco Polo Used in campo Santa Margherita. Da ormai un anno il numero di posti letto ad uso turistico nella Città antica di Venezia supera quello dei residenti, 49.964 contro 48.951 (a luglio del 2024). L’aumento dei primi, dopo la provvisoria battuta d’arresto segnata dalla pandemia di COVID-19, prosegue ad un ritmo paragonabile a quello che caratterizza il calo dei residenti, che non può essere ascritto a mero fenomeno demografico (Menegus 2024). Una tendenza certo meno marcata rispetto agli anni precedenti, in particolare al periodo 2016-2019, che ha visto passare il numero di posti letto da 34.106 a 59.373. Considerando che la proporzione di questi rientrante in alloggi privati è passata nel frattempo dal 33 al 60% ed è tuttora in aumento, ci si può chiedere perché non si sia cercato di intervenire in questo ambito a fronte delle 20 delibere (16 di Consiglio comunale, 4 di Giunta) che ha richiesto la messa in atto del “contributo di accesso”.

Così, se il Consiglio approvava nel 2017 una Variante al Piano degli Interventi/V.PRG per la Città Antica (n. 18) recante “Provvedimenti per la tutela dell’integrità fisica, funzionale e sociale della Città Antica”, ingiustamente nota come “Delibera blocca alberghi” (Salerno et al. 2023), ad oggi nessun provvedimento sembra in grado di contenere in modo significativo la conversione di alloggi ad uso turistico. 

Si è così affermata (anche) a Venezia negli ultimi anni una “fenomenologia della locazione turistica breve” caratterizzata dai seguenti processi (OCIO, 2023):

  • “alberghi hanno aumentato la propria capacità ricettiva gestendo appartamenti in regime di locazioni turistiche;
  • interi palazzi residenziali sono stati trasformati, di fatto, in strutture ricettive alberghiere, senza tuttavia esserlo sul piano urbanistico o fiscale;
  • le locazioni turistiche sono utilizzate da imprese associate a multinazionali, banche e gruppi di proprietari” (ibid.).

Una pratica più sistematica e incisiva dei controlli, sia fisici che sulla base dei dati a disposizione – tra tutte la piattaforma GeoIDS, che mappa le strutture ricettive registrate ufficialmente -, potrebbe senz’altro incidere su questi fenomeni. Ma l’eco riscontrata dalla proposta di legge “Alta Tensione Abitativa” in tutta Italia manifesta innanzitutto la sentita necessità di una regolamentazione unitaria del settore, tesa a ridurre la pressione esercitata dagli affitti brevi sul mercato della casa. Tentativi locali come il limite inizialmente previsto dal Piano Operativo per la Città di Firenze – e rispetto al quale il TAR toscano ha dichiarato “improcedibile” il ricorso presentato da diversi operatori di affitti turistici in quanto la misura era stata nel frattempo ritirata – sembrano infatti destinati all’insuccesso in mancanza di una normativa nazionale. 

Per quanto riguarda Venezia, unica città in Italia ad avere la facoltà di adottare un regolamento in materia grazie al cosiddetto “emendamento Pellicani” (D.Lgs. 17 maggio 2022, n. 50, art. 37-bis), si parla ancora di una prossima approvazione. Ma le poche informazioni trapelate dalla stampa non promettono misure efficaci contro i fenomeni appena evocati.

Un’altra “governance del turismo” (per riprendere il titolo di un Piano dedicato, approvato con delibera di Giunta n. 146 del 11 luglio 2017) avrebbe potuto tradursi, ad esempio, nella discussione da parte dell’amministrazione comunale del progetto di nuovo Masterplan 2023-2037 per l’aeroporto Marco Polo, che prevede, seguendo le previsioni dell’ENAC, un aumento del 60,8% del flusso di passeggeri. Invece, la decisione unilaterale di aumentare la tassa di sbarco ha portato ad uno scontro con SAVE (la società concessionaria dello scalo) tradottosi in due ricorsi da parte dei rispettivi enti al TAR e quindi al Consiglio di Stato, che ha finalmente portato all’annullamento della misura.

Occorre ancora prendere atto di un processo di cui Venezia rappresenta solo un caso estremo. Il turismo si traduce ormai in una richiesta di case che sembra inarrestabile. Nel contesto veneto, l’aumento dei posti letto evocato sopra segue infatti quello degli arrivi turistici, passato da 7.670.433 nel 2005 (primo dato disponibile nel Sistema Statistico Regionale) a 12.948.519 nel 2019, un numero già quasi raggiunto nel 2023 con 12.628.079 arrivi, rispettando la tendenza globale ad un aumento costante fermato solo provvisoriamente, per quanto drasticamente, dalla pandemia di COVID-19 negli ultimi anni. Non solo: i primi dati per il 2024, sempre dal Sistema Statistico Regionale, segnano un incremento molto più marcato nelle strutture extralberghiere del 14,3% contro 1,8%. 

Contare i turisti “giornalieri” rappresenta senz’altro una necessità, ma finché non si faranno i conti con l’inflazione della capacità ricettiva (Salerno et al. 2023) – a fronte poi di un marcato disinvestimento pubblico dall’Edilizia residenziale pubblica (Alberti, Wacogne 2023) -, il “contributo di accesso” sembrerà più che altro un diversivo dalla concentrazione della rendita urbana.

In conclusione, ci sembra di poter dire che il contrasto all’overtourism non può che articolarsi su una molteplicità di piani, dalla gestione dei flussi di visitatori giornalieri al contingentamento dell’offerta ricettiva, dal governo delle trasformazioni urbane ai piani della mobilità, dal controllo dell’offerta commerciale alla sperimentazione di strategie di de-marketing (come sperimentato anche da diverse città europee, vedasi Amsterdam) anche a scala regionale. Per affrontare questo nodo epocale, sarebbe insomma necessario immaginare politiche urbane complesse e di lungo respiro, che consentano – contrariamente a quanto sperimentato sin qui – di aggredire il problema a monte e non a valle, invertendo il processo di trasformazione della città in infrastruttura turistica estesa. A nostro avviso, è tuttavia centrale in quest’ottica partire dal tema dell’abitare, per poter tornare a immaginare, pianificare e vivere Venezia come la città abitata che nonostante tutto è ancora, piuttosto che come una destinazione turistica “a breve termine” (Salerno & Russo 2022) incidentalmente dotata di una residuale popolazione residente.

Ulteriori approfondimenti

  • Alberti, O. & Wacogne, R. (2023). Quale ‘pubblico’ per l’Edilizia residenziale pubblica veneziana? In Casa privata vs Casa pubblica (Atti del Terzo Convegno Nazionale “Per una Nuova Casa Italiana”, Università Iuav di Venezia, 22 giugno 2023), Pisa University Press, ISBN 978-88-3339-930-0, pp. 236-241
  • Menegus, G. (2024). Esodo e spopolamento a Venezia. Tra tendenze di lungo periodo e avvento delle locazioni brevi. In F. Mancuso, L. Zan, C. Menichelli (a cura di), Venezia tra storia sviluppo e sostenibilità; Bologna, il Mulino; pp. 223-230 (ISBN: 978-88-15-38894-0)
  • Ocio (2023). Fenomenologia della locazione turistica breve, pubblicato il 12 Novembre 2023, URL https://ocio-venezia.it/report/mappatura-locazioni (ultimo accesso il 7 agosto 2024)
  • Salerno G.-M., Tiozzo Caenazzo, A. & Wacogne, R. (2022) Rigenerazione urbana e ricettività nei centri storici: tre progetti immobiliari e mobilitazioni cittadine a Venezia. Tracce urbane. Rivista italiana transdisciplinare di studi urbani 8, no. 12. pp. 267-284.DOI: 10.13133/2532-6562/18135
  • Salerno, G. M., & A. P. Russo. (2022). Venice as a short-term city. Between global trends and local lock-ins. Journal of Sustainable Tourism, 30(5), 1040-1059.

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