L’Italia ha mantenuto una posizione di svantaggio in termini di altri paesi sulla produzione interna di energia, andamento che è cambiato dal maggiore incentivo sulle energie rinnovabili. Le fonti rinnovabili di energia in Italia si confermano ad una copertura del 20% rispetto al 32% fissato dalla Commissione europea entro il 2030. Tuttavia, sono ancora aperte alcune questioni su come semplificare i processi produttivi e le operazioni portuali nelle aree marittime.
Le ZES ospitano numerose attività produttive – dal manifatturiero alla cantieristica navale – attività turistiche e antropiche. Queste attività non sono ancora regolamentate in un sistema integrato, ma ognuna segue proprie linee guida senza un coordinamento e scambio tra i vari settori.
La transizione ecologica rappresenta un momento di svolta e di opportunità per raggiungere una riduzione dei livelli di inquinamento e contribuire al rallentamento dei cambiamenti climatici. Il fondo Next Generation EU promuove una vigorosa ripresa dell’economia europea all’insegna della transizione ecologica, la quale rappresenta, conseguentemente, uno dei tre assi strategici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). I cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano una seria e reale minaccia per l’Unione europea e per il mondo intero.
Considerando queste criticità, le ZES campane assumono il compito di inserire nel piano operativo di sviluppo linee guida per integrare i principi della transizione ecologica nelle misure di sviluppo economico promosse dalle ZES. La maggior parte delle attività umane provocano inquinamento e danni ambientali (agli ecosistemi marini, al paesaggio, qualità dell’aria e delle acque) e le attività produttive presenti nelle ZES, sulla costa come nelle aree interne, necessitano di un’integrazione tra incentivi economici ed incentivi green.
Le ZES mirano ad essere il core del rilancio produttivo ed economico del Mezzogiorno, promuovendo le attività legate all’economia marittima, ma bisogna evidenziare che le attuali attività presenti nelle ZES sono inserite in contesti densamente abitati che provocano non solo inquinamento, ma anche congestione, senza integrazione tra spazio urbano e spazio produttivo.
La necessità di coniugare la tutela ambientale con energia pulita dei processi produttivi delle ZES trova forza in diverse normative ed iniziative, sottolineando la particolare importanza affermata sia nella conferenza delle Nazioni Unite sullo Stato dell’Ambiente e sullo Sviluppo (UNCED, 1992) sia nel parere del Comitato economico e sociale europeo sulla politica portuale comunitaria (2007/C 168/12).
Attivare la transizione green nelle ZES si traduce nella diffusione di misure innovative e di mitigazione e adattamento ai cambiamenti in atto. Le ZES comprendono numerose aree portuali e retroportuali per cui è fondamentale rafforzare il processo di conoscenza per sensibilizzare le istituzioni e gli stakeholders di settore verso le tematiche ambientali e migliorare le prestazioni ambientali.
Circa le ZES nelle aree interne, la transizione ecologica non è compresa nel dibattito corrente. Le principali misure messe in atto si concentrano sulle aree portuali, sia in termini di concentrazione di attività, di inquinamento, ma anche come ruolo strategico per gli scambi commerciali.
L’attuale stato attuativo delle ZES non comprende forti misure per incentivare la decarbonizzazione in linea con la transizione ecologica. Mentre in aree altre portuali tale trasformazione è in atto, le strategie delle ZES campane puntano ad aumentare gli incentivi economici e finanziari per attrarre investimenti necessari per lo sviluppo economico. L’attuale fase storica richiede una notevole sensibilità al tema ambientale ed ecologico che necessita di politiche green, unificando strategie economiche con l’innovazione.
Il principale riferimento normativo per la transizione ecologica è il progetto Green Ports promosso dall’azione M3C2 del PNRR, che punta sul miglioramento delle attività portuali per ridurre consumi e inquinamento nei contesti urbani portuali. Tra le varie azioni si punta all’efficientamento e alla riduzione di consumi energetici delle infrastrutture portuali. Di notevole interesse è una delle azioni del progetto Green Ports che punta a valorizzare la conservazione del patrimonio naturalistico delle aree portuali e della biodiversità delle aree marine, dando importanza al valore del paesaggio in cui le attività portuali ricadono nelle ZES.
Nella discussione tra transizione ecologica e ZES emerge una necessità di estendere la riflessione sulla decarbonizzazione delle aree portuali anche alle aree retroportuali ed interne, promuovendo azioni per mitigare impatti ambientali, socioeconomici tra cui puntare sugli impatti occupazionali, garantendo nuove risorse per diffondere la sostenibilità all’interno delle ZES, incentivando l’offerta di green jobs.
La transizione ecologica porta con sé anche il concetto di carbon neutrality, strategie intraprese sia dalle istituzioni sia da enti privati sulla decarbonizzazione delle operazioni di trasporto merci e portuali. Le ZES campane sono ancora lontane da questo punto fondamentale della transizione ecologica, nonostante le disponibilità economiche promosse dal PNRR di rendere aree portuali, territorio e ambiente sostenibili. Le azioni green più urgenti da intraprendere nelle ZES sono concentrate nei comuni sulla costa (Napoli, Salerno) e nelle aree produttive a ridosso dei porti, in quanto allo stato attuale le aziende presenti non dispongono di sufficienti risorse economiche e di specifici strumenti necessari per poter migliorare le proprie prestazioni ambientali.
Un primo passo è di definire un processo di transizione ecologica suddivisi in settori:
- Formativo;
- Ambientale;
- programmatorio.
Il processo informativo mira ad attivare uno scambio di esperienze e metodi tra stakeholders per incrementare il valore del processo, estendere la conoscenza e incrementare l’innovazione. Tale settore punta ad identificare e promuovere, tramite lo scambio e la condivisione di esperienze pratiche, punti critici e strategici per facilitare il processo di transizione.
Il settore ambientale, connesso con quello informativo, consiste nel limitare tramite azioni di mitigazione e di adattamento l’impatto delle attività sull’ambiente marittimo circostante (studi sulla biodiversità, qualità delle acque, erosione delle coste, ecc.);
Le policy attualmente vigenti nelle ZES riguardano gli investimenti e altre agevolazioni finanziarie per attrarre investitori e ridurre la pressione economica alle attività nelle ZES. Il quadro delle ZES va esteso alla regolamentazione delle attività produttive e sui loro consumi, nonché puntare ad inserire misure per la pianificazione costiera, ancora assente e incentivi green per una parte di stakeholders delle ZES come operatori logistici e di trasporto merci, nonché terminalisti e spedizionieri. Le policy
Ulteriori approfondimenti
L’analisi sulle ZES in Campania parte dalla Ricerca finanziata da fondi regionali nell’ambito PON 2014-2019 dalla Regione Campania nel 2019 “DALLA PROGRAMMAZIONE ALL’ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI.LE BUONE PRATICHE DELLA REGIONE CAMPANIA” – Le politiche per lo sviluppo in Campania ZES, piano del lavoro, aree di crisi.
La ricerca fa parte di un progetto con 5 università, di cui l’ Università degli Studi del Sannio è capofila, a seguire l’Università degli studi Partneope, Salerno, L’Orientale e Suor Orsola Benincasa.
● www.openpolis.it – La sfida della sostenibilita dei porti
● www.italiadomani.gov.it – Interventi per la sostenibilita ambientale dei porti green ports
● www.mit.gov.it – PNRR – Investimenti infrastrutturali per 92 miliardi di euro e importanti riforme
●Di Ruocco I, D’Auria A. (2023). The multidimensional impact of Special Economic Zones in Campania Region. The TIA tool for land economic evaluation. EDITORIALE BDC. Bollettino Del Centro Calza Bini