Nell’ambito di un più ampio progetto di ricerca volto ad esplorare in forma comparativa il tema della giustizia spaziale nella pianificazione metropolitana tra Italia e Brasile, con alcuni colleghi brasiliani abbiamo investigato lo spazio e il significato attribuiti a questo tema in alcune università locali. Attraverso un questionario distribuito ai professori dei corsi di laurea e post-laurea di studi urbani delle Università Federali degli Stati di Rio de Janeiro (UFRJ) e di Goiás (UFG), abbiamo chiesto la loro opinione riguardo: (i) il significato di giustizia spaziale; (ii) se e come questo argomento venisse affrontato nella loro attività didattica; (iii) la preparazione dei professionisti architetti-urbanisti di domani su questo tema.
Pressoché tutte le risposte fornite riguardo la definizione di giustizia spaziale sono state allineate alle linee guida della politica urbana dell’Estatuto da Cidade : una legge nazionale basata sull’agenda del Movimento per la Riforma Urbana, che ha sempre promosso la funzione sociale della città e della proprietà, per garantire le condizioni necessarie alla riproduzione sociale (Santos Junior, 2011). In particolare, i termini più comuni utilizzati per definire la giustizia spaziale sono stati l’uguaglianza di accesso alle risorse urbane, la loro distribuzione bilanciata e la loro equa fornitura, sottintendendo il principio rawlsiano di differenziazione: coloro che hanno più bisogno dovrebbero essere coloro che traggono maggior beneficio.
I termini di principio, tuttavia, contrastano con l’organizzazione sociale delle metropoli brasiliane, che si basano sul modello tradizionale di centro-periferia e su quello di vicinanza fisica e la distanza sociale (Ribeiro, 2018). Il centro, il luogo per i gruppi sociali più privilegiati, è ben fornito di infrastrutture e servizi urbani, che invece mancano nella periferia, il luogo per le persone più vulnerabili dal punto di vista sociale. Al contempo, coesistono recenti modelli ossimorici di “vicinato distante”: da una parte sorgono baraccopoli nelle zone più nobili delle metropoli, dall’altra vengono eretti nuovi lussuosi condomini orizzontali “gated” nelle tradizionali periferie povere.
In relazione al secondo quesito, tutti i partecipanti hanno affermato di trattare il tema della giustizia socio-spaziale nella loro attività didattica. Abbiamo poi mostrato una lista di argomenti correlati al tema e abbiamo chiesto quale spazio ognuno di essi occupasse nelle discipline insegnate dai professori nei corsi di laurea (fig. 1) e post-laurea (fig.2). Non sono emerse significative differenze tra gli argomenti prevalenti nei corsi di laurea o post laurea, né tra i due atenei, e gli argomenti meno votati sono stati per tutti (in ordine decrescente) la gentrificazione, la ghettizzazione e la sicurezza urbana.
Nonostante gli sforzi di sensibilizzazione su questo tema nei corsi di studi urbani, è stato rilevato che le disuguaglianze socio-territoriali nelle città brasiliane continuano a crescere; denunciando la necessità di una discussione più ampia su questo argomento a livello sociale e non solo nei corsi di laurea specifici.
Per quanto riguarda la preparazione degli architetti-urbanisti di domani ad affrontare le questioni di giustizia spaziale nella professione, le risposte sono state prevalentemente positive seppur parzialmente contrastanti tra i due atenei: all’UFG, il 22% ha detto che gli studenti sono adeguatamente preparati, l’11% ha detto di no e il 67% ha risposto “in parte”; all’UFRJ le rispettive percentuali sono risultate del 70%, del 15% e del 15%. Le risposte “in parte” intendono dire che l’università prepara adeguatamente gli studenti, ma che le pressioni del mercato ostacolano lo sviluppo effettivo della giustizia spaziale all’interno delle pratiche. L’opinione generale era che l’istruzione pubblica prepari meglio ad affrontare le questioni sociali rispetto a quella privata, che è più concentrata sulle richieste del mercato.
In conclusione, è opportuno mettere in evidenza alcuni aspetti contestuali che certamente hanno condizionato gli esiti dell’indagine. In primo luogo, dobbiamo considerare che la ricerca è stata condotta all’interno del contesto specifico dell’università federale pubblica. L’istruzione universitaria in Brasile, infatti, differisce molto tra il sistema pubblico e quello privato: non solo per quanto riguarda la qualità (è ritenuta migliore quella pubblica, non solo dagli intervistati “di parte”, ma anche dai ranking internazionali), ma soprattutto per quanto riguarda il suo ruolo sociale, essendo “adempiente a un ruolo costituzionale nel garantire l’accesso e la gratuità all’istruzione superiore” (Galvão, Cabral, Maurer 2020, p.10). Inoltre, l’università federale comprende solo il 15,5% di tutti gli studenti universitari del Brasile (Dietrich, 2015), quindi i risultati della ricerca non sono rappresentativi a livello nazionale, né di tutto il sistema universitario federale e pubblico brasiliano, essendo in attività più di 800 scuole di “architettura e urbanismo”, di cui solo 72 sono pubbliche (Chiodi, Kneib, 2020).
Infine, seppure l’indagine abbia rivelato che l’università federale prepari adeguatamente i propri studenti ad affrontare i temi della giustizia spaziale; tuttavia, le pressioni del mercato rappresentano un ostacolo per le prestazioni professionali e per le azioni pratiche da intraprendere in questo senso, in quanto dominiate da scopi di lucro. Pertanto, considerando che l’istruzione superiore in Brasile è principalmente privata e molto influenzata dal mercato, dovremmo riflettere sulla scarsa probabilità che il tema della giustizia spaziale sia ivi considerato. In aggiunta, il modello educativo di “qualificazione tecnica per il mercato del lavoro” promosso dal recente (2019-2923) governo federale del presidente J. Bolsonaro non ha certo contribuito a formare i progettisti e pianificatori urbani di domani a stare dalla parte della giustizia spaziale nella loro professione. Il migliore scenario auspicato, dunque, è il mantenimento del suo ruolo sociale dell’università pubblica e la sua capacità di promuovere l’istruzione orientata alla giustizia spaziale nel grave contesto di disuguaglianza socio-territoriale che caratterizza le città brasiliane.
Approfondimenti
- Chiodi S.I., Kneib E.C. (2020), L’insegnamento dell’urbanistica in Brasile. Spunti di riflessione su una professione che sta cambiando a partire dai casi dell’Università Federale di Goiás e del Politecnico di Milano/Food for thought about education in planning: insights from Brazil and a brief comparison between the Universidade Federal de Goiás and the Politecnico di Milano. TRIA International Journal of Urban Planning, 33-50.
- Dietrich E. (2015), Ambition with Resistance: Affirmative Action in Brazil’s Public Universities. In: Johnson O.A., Heringer R. (eds.), Race, Politics, and Education in Brazil. New York: Palgrave Macmillan, pp. 155-177.
- Ribeiro M.G. (2018), Segregação socioespacial e desigualdades urbanas. In: Bogus L., Guimarães I., Pessoa Z. (eds.), Cidades brasileiras no século XXI: questões para debate. 01ed, São Paulo: EDUC, 1: 21-38.