8 Settembre, 2024

Luoghi Comuni: una politica per promuovere processi di innovazione sociale. Conversazione con Antonella Bisceglia e Alessandro Delli Noci

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La Regione Puglia, nell’ambito delle Politiche giovanili, insieme ad ARTI Puglia (Agenzia strategica Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione), a partire dal 2018 ha promosso la misura “Luoghi Comuni, diamo spazio ai giovani”, che mette in connessione Enti Pubblici e organizzazioni giovanili del terzo settore con l’obiettivo di avviare progetti di innovazione sociale in spazi pubblici sottoutilizzati. Una politica innovativa che pone le basi per un ripensamento dell’azione pubblica in ottica abilitante e di accompagnamento delle energie e delle risorse presenti sui territori. Si tratta di un cambiamento che non passa solamente dall’adozione di strumenti nuovi come quello della co-progettazione, ma che è innanzitutto culturale, di approccio. 

Ne parliamo con Antonella Bisceglia, Dirigente della Sezione Politiche Giovanili della Regione Puglia, e Alessandro Delli Noci, Assessore regionale alle Politiche Giovanili.

Come si inserisce Luoghi Comuni nel percorso delle politiche giovanili in Puglia?

Antonella Bisceglia: Luoghi Comuni nasce dopo un’esperienza molto proficua della prima stagione di Bollenti Spiriti con la quale si è realizzata questa grande opera di infrastrutturazione immateriale di tutta la Puglia con la realizzazione di oltre 140 spazi di aggregazione giovanile. Laboratori Urbani è stata un’esperienza di coinvolgimento delle amministrazioni comunali nei processi di apprendimento in situazione dei giovani attraverso l’attivazione anche di politiche di contesto. L’impostazione di Laboratori Urbani era molto centrata sui lavori pubblici, sul recupero di immobili abbandonati. Dopo circa dieci anni di esperienza di Laboratori Urbani, abbiamo attivato dei processi di riflessione condivisa con le amministrazioni comunali e le organizzazioni che hanno gestito gli spazi nel corso del tempo. Abbiamo verificato che c’erano alcuni problemi, uno principalmente legato al rapporto tra il comune proprietario e il soggetto gestore privato, l’altro un tema di sostenibilità complessiva; era anche un’altra epoca storica: quando Laboratori Urbani fu lanciato i trasferimenti statali erano decisamente più consistenti, i bilanci dei Comuni erano più ricchi. In questa dinamica di riflessione l’elemento sul quale abbiamo cercato di puntare maggiormente è stato quello di spostare l’attenzione dal tema infrastrutturale al tema del protagonismo giovanile. La co-progettazione è apparsa come la migliore soluzione al problema della relazione tra pubblico e privato, innescando una dinamica che fosse quella di partenariato e non più di fornitore di servizi nei confronti del Comune proprietario. Il tema dell’innovazione sociale è diventato il perno attraverso il quale puntare sulle logiche di relazione tra noi, il Comune e l’organizzazione giovanile.

Luoghi Comuni ha innescato l’attivazione su tutto il territorio regionale, e in particolare in città di medie e piccole dimensioni, di presidi, infrastrutture sociali e culturali di prossimità. 157 spazi, con 93 progetti avviati e i restanti in corso di avvio. Che cosa significa e cosa genera mettere insieme spazi pubblici e organizzazioni giovanili?

Antonella Bisceglia: Lo spazio pubblico diventa un’occasione di apprendimento in situazione, il luogo materiale e immateriale in cui sperimentare delle pratiche di attivazione giovanile. Da questo punto di vista non ci interessava più soltanto esaminare il beneficio verso la comunità giovanile. Il focus è incentrato sul progetto di innovazione sociale, in termini di crescita dell’esperienza individuale e collettiva all’interno di uno spazio urbano. 

Alessandro Delli Noci: Significa dare responsabilità ai ragazzi nell’avere a cuore la gestione di uno spazio, avendo le chiavi di un luogo che non è proprio ma è un luogo di tutti, e che deve essere in funzione di tutti.

Uno degli aspetti più innovativi di Luoghi Comuni è quello di aver applicato a livello regionale lo strumento della co-progettazione (art 55. Codice del Terzo Settore), in via sperimentale ancora prima della sentenza della Corte Costituzionale del 2020 che ha riconosciuto lo strumento come una delle più significative attuazioni del principio di sussidiarietà orizzontale. 

Antonella Bisceglia: Siamo stati un po’ ambiziosi, un po’ coraggiosi anche… abbiamo colto tutto il potenziale di questo strumento, però non è stato semplice perché non era ancora una pratica consolidata, non vi erano esperienze a cui fare riferimento. C’erano piccole esperienze molto puntuali, niente che riguardasse una politica regionale. Abbiamo dedicato molto tempo a studiare tutto quello che serviva per far sì che fosse uno strumento utile e comprensibile anche per le amministrazioni comunali e per le organizzazioni giovanili. Quindi abbiamo lavorato sul processo di approfondimento interno e su un processo di trasferimento delle conoscenze.

E come è stato accolto questo strumento? 

Antonella Bisceglia: Bisogna dire che le amministrazioni comunali aderendo a Luoghi Comuni fanno un’importante cessione di sovranità perché Luoghi Comuni credo sia l’unica esperienza nella quale le amministrazioni comunali non scelgono direttamente il soggetto che gestirà il proprio spazio, limitandosi ad esprimere un indirizzo rispetto all’utilizzo dello spazio e cedendo del tutto la scelta finale all’amministrazione regionale. Rientrano in campo con la co-progettazione e devo dire che, al netto di poche esperienze, è sempre stata colta l’importanza del momento di incontro con l’organizzazione giovanile. La co-progettazione è un potente strumento di lavoro sulla fiducia. Fiducia che hanno i Comuni nei confronti della Regione, la Regione nei confronti delle organizzazioni giovanili che partecipano al bando.

Alessandro Delli Noci: Questo processo è interessante per due ragioni, la prima è perché il Comune cede la responsabilità alla Regione e ARTI di selezionare in un quadro di programmazione regionale, e la seconda è perché i ragazzi possono sperimentare forme differenti di relazione sociale a seconda del territorio in cui agiscono, attraverso un percorso di pre-progettazione e poi di co-progettazione con la Regione stessa.

Ciò che più mi ha colpita di Luoghi Comuni è il lavoro di prossimità che lo staff di ARTI conduce lungo tutto il percorso. Questo si declina attraverso la facilitazione dei tavoli di co-progettazione, il supporto progettuale e di comunicazione, la creazione di una rete tra gli spazi, il percorso di accompagnamento insieme alla rete de Lo Stato dei Luoghi, il monitoraggio qualitativo, fino ai tavoli di follow-up per supportare il proseguimento della collaborazione tra organizzazione giovanile ed Ente terminato Luoghi Comuni. Quali origini ha e come è stato pensato questo lavoro di prossimità dello staff?

Antonella Bisceglia: Il tema della prossimità e delle relazioni con i soggetti con i quali di volta in volta interloquiamo è l’eredità principale di Bollenti Spiriti che aveva la sua cifra esattamente in un processo di condivisione della costruzione di occasioni di cambiamento. Credo che quella sia stata la chiave di svolta delle politiche giovanili della Puglia. La consapevolezza che bisognasse avviare un processo collettivo, che non fosse sufficiente l’attivazione di strumenti e misure, ma costruire un ecosistema complessivo, ha portato la Regione con le sue funzioni istituzionali a svolgere un ruolo di piattaforma di programmazione e accompagnamento del sistema. 

Attraverso le attività e i servizi proposti, la creazione di alleanze territoriali, la collaborazione con l’amministrazione comunale, gli spazi di Luoghi Comuni stanno ridefinendo i confini della politica giovanile in cui sono inseriti, creando potenziali intersezioni con altre politiche. Come dialoga Luoghi Comuni con le politiche verticali della Regione?

Antonella Bisceglia: Stiamo ragionando su un indirizzo di mappatura delle vocazioni prevalenti dei progetti per cercare di costruire delle collaborazioni con le politiche verticali interessate (turismo, cultura, lavoro, welfare, formazione etc.), per fare in modo che queste vocazioni si consolidino nei territori e possano garantire anche una prospettiva di sostenibilità non solo ai singoli spazi ma alla rete nel suo complesso, innescando delle dinamiche di collaborazione tra gli spazi stessi e con le politiche regionali.

Alessandro Delli Noci: Le politiche giovanili sono un processo orizzontale. Se noi le consideriamo un asset verticale facciamo un errore strategico. I giovani si vogliono interessare di cultura, sociale, ambiente, energia, sostenibilità, lavoro, formazione diventando protagonisti di processi di innovazione e cambiamento dei propri territori.

Futuro di Luoghi Comuni, tra nuova fertilizzazione e consolidamento delle esperienze attivate, quale direzione?

Antonella Bisceglia: Sono due traiettorie che hanno un medesimo obiettivo, che è quello di declinare una rete di spazi di qualità. La nostra convinzione è che gli spazi di aggregazione giovanile siano un bene pubblico che vada tutelato al netto di singoli bandi o misure. Vorremmo definire un set di indicatori di qualità che ci consenta di definire cosa contraddistingue uno spazio delle politiche giovanili della Regione Puglia, e per quali ragioni merita di esistere e di essere sostenuto con risorse pubbliche. In questa dinamica occorre trovare un bilanciamento e un equilibrio non semplice con una sostenibilità economica che non può prescindere da una capacità dell’organizzazione giovanile di progettare degli interventi che siano utili, innovativi e sostenibili.

Alessandro Delli Noci: Un’altra interessante iniziativa che stiamo strutturando è legata alla realizzazione di una specie di “baratto” delle competenze con la creazione di una banca dati rispetto alle attività che vengono svolte in ogni luogo e che possono costituire un’opportunità importante per generare ispirazione, replicare gli elementi innovativi anche in altri territori, e creare alleanze. 

Tre sono gli elementi che emergono dal percorso di Luoghi Comuni e che portano alla costruzione di una politica che sappia abilitare processi di innovazione sociale: 1) riflessione condivisa e apprendimento istituzionale hanno portato al ripensamento del ruolo dell’azione pubblica e del rapporto tra pubblico e privato sociale che esce dalla logica dell’esternalizzazione dei servizi e guarda alle organizzazioni giovanili come attori che partecipano ai processi di costruzione collettiva dei territori, riconoscendone quindi la valenza pubblica; 2) lo spazio pubblico come innesco di processi territoriali e luogo di sperimentazione, cittadinanza e protagonismo; 3) la co-progettazione come processo di costruzione di un legame di fiducia, costante dialogo e responsabilità condivisa tra pubblica amministrazione e organizzazioni del terzo settore.

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