18 Gennaio, 2025

Rinascita e innovazione sociale: storie di cambiamento di Luoghi Comuni

Tempo di lettura: 8 minuti

Luoghi Comuni ha ridefinito gli spazi pubblici in Puglia, trasformandoli in centri vitali di attività socio-culturali in Puglia. Attraverso la riattivazione e rivitalizzazione di spazi pubblici in disuso e sottoutilizzati, giovani e comunità locali hanno trovato nuovi modi di interagire, imparare e crescere insieme. Le diverse esperienze sono testimonianza di un cambiamento profondo, raccontate direttamente da chi ha vissuto questa trasformazione: le organizzazioni giovanili e le persone che hanno partecipato all’avviso pubblico.
In questo contesto, quindi, abbiamo raccolto le testimonianze di chi ha guidato e vissuto questi cambiamenti, individuando tre esperienze significative:

Nella BAT, Vincenzo Simeone, presidente di Capital Sud, ha rivitalizzato l’Officina San Domenico di Andria, un ex Laboratorio Urbano con una storia decennale nelle politiche giovanili.

A Polignano a Mare (BA), Giuseppe Laselva è il responsabile della comunicazione di Casa Bachi. Questo spazio, confiscato alla mafia e ora gestito dall’organizzazione giovanile Bachi da Setola, si è profondamente radicato nel territorio anche grazie a misure regionali come “laboratori dal basso”.

A Caprarica di Lecce, Francesco Falco è il referente dei Cantieri ActionAid, gestori dell’auditorium comunale, che è diventato uno spazio civico a disposizione dei più giovani dove esprimersi e contare, un luogo dove formarsi, attivarsi e rendersi parte attiva e responsabile della comunità.

Immaginando la città di domani: l’impatto “invisibile”, ma tangibile, di Officina San Domenico

Il collettivo che ha dato vita al progetto di gestione di Officina San Domenico per Luoghi Comuni si è formato appositamente per questo lavoro. Vincenzo Simeone, Presidente di Capital Sud, racconta che oggi possiamo affermare che l’esperienza è stata fortemente formativa. Un gruppo non è soltanto la somma dei singoli, ma genera un’entità nuova che ha bisogno di trovare un equilibrio interno e per farlo ha bisogno di imparare a conoscere, gestire e soddisfare le esigenze dell’organismo che si è formato. Il valore positivo di questa esperienza è dato dal fatto che la maggior parte di noi ha capito qual è la propria strada, anche a discapito del progetto stesso. Dopo quasi tre anni il gruppo può dirsi maturo in quanto trova riscontro nell’efficacia dei processi partecipativi e nell’attuazione di quanto programmato durante le riunioni settimanali. La nostra visione delle attività è cambiata nel tempo perché la quotidianità ci ha reso consapevoli della necessità di costruire confrontandosi con la realtà circostante. Non è possibile programmare aprioristicamente e questo resta un insegnamento fondamentale rispetto al mondo della progettazione.

Valutare l’impatto di attività quotidiane come quelle che proponiamo da tre anni è spesso complesso e non traducibile in numeri o parole, ma tangibile attraverso il contributo che in futuro offriranno le persone che ogni giorno abitano questo spazio. La città di domani non ci appartiene ancora, ma siamo in grado di immaginarla.

Attraverso l’esperienza del Festival di Immaginazione Meridiana, la nostra realtà associativa ha avuto modo di comprendere e sviluppare una nuova sensibilità rispetto al concetto di identità dei Sud: passaggio fondamentale di questo processo è stata la messa in discussione degli stereotipi solitamente associati alle realtà meridionali. E’ seguito un processo di messa in pratica di questo immaginario, attraverso la realizzazione di un orto, al fine di riscoprire la tradizione agraria e culinaria, coinvolgendo la giovane popolazione locale, nonché intessendo stretti legami con il vicinato e con la fascia più fragile dal punto di vista anagrafico, sociale ed economico. Figli di questa esperienza sono i pranzi sociali e momenti conviviali nella piazza antistante l’Officina San Domenico: una festa celebrativa dei legami instaurati negli anni.

Figura 1 – Officina San Domenico (Andria) – Fotografia di Laura Migliaccio

Casa Bachi: da spazio nomade a cuore culturale di Polignano a Mare

Luoghi Comuni ha certamente influenzato il nostro approccio alla progettazione, arricchendolo di una dimensione partecipativa e di condivisione in termini di coinvolgimento di risorse umane. Giuseppe Laselva, responsabile della comunicazione di Casa Bachi, racconta che il progetto ha contribuito in maniera essenziale a rendere costante l’attenzione per la programmazione, a farla diventare prioritaria nella gestione generale delle attività e delle scelte associative. In questo caso, il criterio della programmazione assume un carattere multidimensionale che va dalla gestione fisica dello spazio Casa Bachi, a quella temporale di incastrare le esigenze di tutte le attività e progetti in un calendario organico, a quella di gestione e programmazione economica.

Parallelamente, Luoghi Comuni ha avuto il ruolo di legittimare l’associazione Bachi da Setola come interlocutore privilegiato della cittadinanza polignanese in quanto punto di riferimento fondamentale per le iniziative culturali ad ampio raggio. Casa Bachi è stata in questi due anni e mezzo, e continua ad essere, un contenitore di offerta culturale eterogenea, dallo yoga alla cura e creazione di un giardino delle farfalle, ad un podcast radiofonico, alla partecipazione a workshop di arte, danza, scrittura creativa, gioielleria, semplice attività ludica o di costruzione attraverso i lego. L’aspetto più interessante è che solo una piccola parte di queste attività era prevista dal progetto iniziale; la maggior parte si è aggiunta in itinere ed è il risultato di proposte arrivate dalla cittadinanza stessa che frequenta il luogo o da associazioni del territorio e dei comuni limitrofi che hanno trovato in Casa Bachi un volano di sviluppo imprescindibile. In taluni casi, le attività sono cominciate nella nostra sede, ma sono cresciute fino a dover uscire da Casa Bachi e trovare una propria sede di sviluppo autonoma.

La presenza di un luogo è stata per Bachi da Setola Aps come una specie di detonatore; per quasi 15 anni siamo stati, un po’ per scelta e un po’ per obbligo, un’associazione nomade, che ha avuto anche dei vantaggi da questo. Ma la creazione di una sede fisica ha fatto da risuonatore, da cassa di risonanza alle vibrazioni che esistevano già prima tra Bachi da Setola e il territorio. Un esempio di ciò potrebbe essere la decisione del Comune di Polignano di scegliere Casa Bachi come nodo di un nuovo progetto regionale, Galattica, e Bachi da Setola Aps come principale soggetto coordinatore di altre diverse realtà che propongono all’interno dello spazio nuovi progetti.

Da volontari a leader: la rivoluzione giovanile di Caprarica di Lecce

Figura 2 – Cantieri ActionAid (Caprarica di Lecce) – Fotografia di Francesco Falco

Francesco Falco, referente dei Cantieri ActionAid, illustra che prima di Luoghi Comuni l’organizzazione giovanile si focalizzava principalmente su eventi di raccolta fondi per sostenere ActionAid, collegati spesso a progetti a termine. Con Luoghi Comuni è iniziato un percorso di riattivazione non solo di un bene in disuso ma anche di una parte importante della comunità: i giovani. I volontari sono diventati tutor, educatori, responsabili di servizi e attività dello spazio e formatori, mettendo a servizio le competenze acquisite in anni di volontariato, specialmente nella mobilitazione e nell’attivismo. Gestendo uno spazio nato per essere un luogo fisico di incontro per i giovani, abbiamo rimesso in discussione obiettivi e aspettative del nostro lavoro allineandoci alle nuove generazioni, offrendo spazi, strumenti e risorse per attivarsi in prima persona.

La progettazione, prima vista come un impegno troppo grande per una piccola realtà associativa, è diventata il pilastro del nostro lavoro perché ci ha permesso di stringere partnership importanti, di diventare interlocutori affidabili con le istituzioni su precise tematiche come il disagio giovanile, neet, disagio economico, abbandono scolastico, benessere psico-fisico dei giovani, e di dare sostenibilità al progetto iniziale di “Luoghi Comuni”.

Il progetto è nato con il chiaro intento di creare un luogo di incontro e di aggregazione per i giovani, una mancanza avvertita in più occasioni e in più parti, specialmente al Sud. I servizi e le attività nate all’interno dello spazio hanno alimentato una forte voglia di espressione da parte dei giovani che da semplici frequentatori dello spazio sono diventati cogestori dello stesso, trovando un luogo informale, fruibile e inclusivo dove esprimersi nel linguaggio, nell’arte e nella creatività, nello studio e nello sport e nel divertimento. La comunità e le famiglie hanno proposto nuove attività e servizi, e le associazioni e le istituzioni anche dei paesi vicini hanno trovato un luogo attrezzato e gratuito dove organizzare eventi, incontri e progetti.

La presenza di un luogo fisico da gestire ha obbligato il soggetto gestore e il soggetto proprietario a dialogare continuamente per raggiungere gli obiettivi comuni e per immaginare nuove sfide. Ha anche permesso ai giovani di non limitarsi all’incontro virtuale ma di preferire l’incontro fisico, lo scambio, l’aggregazione e il mettersi in gioco, rendendo il luogo un centro ibrido di prossimità che responsabilizza i giovani nella gestione degli spazi pubblici e li rende parte attiva della comunità”.

I tre progetti avviati con Luoghi Comuni hanno consentito alle organizzazioni giovanili di essere riconosciute come riferimento sia da parte delle comunità locali che dalle amministrazioni comunali, innescando ulteriori percorsi progettuali condivisi nel promuovere l’innovazione sociale e culturale e nel favorire la crescita delle comunità e la partecipazione civica dei cittadini, a partire da quelli più giovani. 

Emerge l’importanza cruciale dello spazio oltre l’obiettivo di riempire di attività immobili pubblici inutilizzati. “Luoghi Comuni” non sono solo luoghi fisici, ma sono diventati nodi di una rete di esperienze, relazioni e opportunità, permettendo ai progetti di essere legittimati e riconosciuti nella loro valenza pubblica e inclusi come attori nella costruzione delle politiche comunali che continueranno a influenzare la comunità per gli anni a venire

Ogni storia è un capitolo di un libro più ampio su come gli spazi possono servire da catalizzatori per il cambiamento, l’educazione, l’inclusione e la crescita umana oltre che professionale delle persone coinvolte. 

Ulteriori approfondimenti

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