Tag: FSE

I ritardi della coesione 2014-2020: un’Italia in affanno

Nel 2023 si chiuderà definitivamente la politica di coesione 2014-2020, ma c’è ancora tanto da spendere. Ad oggi risulta speso dall’Europa solo il 62,6% della dotazione finanziaria del FESR e FSE 2014-2020 e in Italia il 51,7%. Un focus dedicato agli Stati europei e alle regioni italiane analizza l’intensità variabile in cui vengono allocati i Fondi in relazione al grado di sviluppo dei territori

Fondi Strutturali europei 2014-2020 in Italia: l’asso piglia tutto dei privati

Quali sono i soggetti beneficiari del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e del Fondo Sociale Europeo (FSE) 2014-2020? Quali sono le differenze principali tra i due fondi strutturali europei? Questi sono gli interrogati alla base di un lavoro di ricerca sviluppato attraverso l’analisi dei dati OpenCoesione, iniziativa di open government sulle politiche di coesione in Italia che, con riferimento al periodo di programmazione 2014-2020, sulla base di quanto previsto dall’Accordo di Partenariato, assume il ruolo di “portale unico nazionale” per la pubblicazione di informazioni sulle operazioni e sui beneficiari dei progetti cofinanziati dai Fondi SIE.

Articoli più letti

Bologna: una piccola ma emblematica storia di overtourism

Bologna racconta la storia del turismo contemporaneo. Una storia fatta di politiche che hanno successo nel trasformare le città in destinazioni turistiche di respiro internazionale, ma anche di come il cambiamento, a volte inaspettato, del settore turistico generi velocemente il passaggio dalla fase in cui il turismo è parte di un processo positivo di rigenerazione urbana e riqualificazione del territorio, a quella in cui le città perdono capacità di attrarre popolazione e subiscono le dinamiche, soprattutto sociali, di un’attività che estrae, occupa, e plasma le risorse territoriali locali. Ogni riferimento a Ryanair e Airbnb non è puramente casuale.

Aspettando l’ultima onda: Venezia, l’overtourism e il nodo della casa

Venezia ha introdotto un contributo di accesso per i visitatori giornalieri come tentativo di risposta al fenomeno dell’overtourism. I primi risultati sono stati deludenti, suggerendo che la misura non è sufficiente a ridurre significativamente i flussi. Parallelamente, il fenomeno delle locazioni brevi ha ridotto la disponibilità abitativa per i residenti, aggravando il problema dello spopolamento. Un diverso approccio a queste misure, insieme a una regolamentazione delle locazioni turistiche, contribuirebbe a costruire nuovi equilibri tra turisti e abitanti.

Oltre il contributo d’accesso, per un modello sostenibile di turismo

L'introduzione del contributo d'accesso per i turisti a Venezia ha avuto un effetto boomerang, aggravando i problemi esistenti. Questo intervento, pensato per gestire la pressione turistica, si è rivelato inefficace e controproducente. Venezia, simbolo dell'overtourism, ha visto peggiorare il tessuto sociale e produttivo, con disuguaglianze amplificate e residenti penalizzati. La vera soluzione richiede un futuro economico sostenibile e una regolamentazione più rigorosa del settore turistico, superando l'attuale modello predatorio.

Conto alla rovescia: posti letto e residenti in una città a breve termine

La sperimentazione del contributo d’accesso a Venezia, introdotta per mitigare l'impatto del turismo giornaliero, ha suscitato molte critiche e non ha ridotto la pressione turistica. Le polemiche evidenziano come la misura sembri mirata a capitalizzare i flussi turistici piuttosto che limitarli e non affronti i problemi causati dall’aumento delle locazioni brevi, che superano i posti letto dei residenti. La gestione dell’overtourism richiede interventi complessi e a lungo termine, centrati soprattutto sul tema dell’abitare, per contrastare la trasformazione di Venezia in una città esclusivamente turistica.

I rischi di una crescita trainata dal turismo per il futuro del Nord Est

L’impatto economico del turismo nelle città è significativo. Emergono tuttavia preoccupazioni per gli effetti negativi a lungo termine, come l'overtourism e la diffusione di lavori scarsamente remunerati. Ancora, il turismo rischia di compromettere settori produttivi che letteralmente non trovano spazio nelle nostre città e di allontanare giovani e residenti. Regolamentare i flussi turistici e promuovere innovazione e sostenibilità appare dirimente per una crescita durevole sotto il profilo economico e sociale.