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Il PNRR tra il dire e il fare: la qualità della Pubblica Amministrazione e i divari territoriali

La coesione territoriale è una priorità del PNRR: si prevede di riservare alle regioni meridionali il 40% delle risorse “territorializzabili”; tuttavia, i requisititi richiesti di bandi e la capacità di progettazione della PA possono vanificare questi propositi.

Acqua al Sud: senza competenze il rubinetto dei fondi resta chiuso

Il servizio idrico in Italia è caratterizzato da un’eccessiva frammentazione della governance che si traduce in inefficienze e sprechi. Paradossalmente tutto ciò rende problematico che gli enti locali possano accedere alle risorse del PNRR predisposte per questo settore.

Competenze e PNRR: si vuole veramente investire in capitale umano nella Pubblica amministrazione?

Il PNRR per essere attuato richiede una Pubblica amministrazione all’altezza della sfida: non è detto che le misure messe in atto dall’esecutivo per affrontare queste criticità in questi mesi siano in grado di imprimere una svolta.

Investimenti e PNRR a che punto stiamo?

La nuova regolamentazione degli appalti, la semplificazione e le regole di bilancio hanno consentito, dal 2019, di invertire le decennali dinamiche negative degli investimenti pubblici. Ciò nasconde tuttavia una cronica lentezza nelle procedure di spesa che, secondo la Corte dei conti, rischia di minare l’attuazione delle opere del PNRR.

Scadenze del PNRR e squilibri territoriali tra incertezza politica e tensioni internazionali

Con la caduta del Governo Draghi e la fine anticipata della legislatura, aumenta l’incertezza politica sulla realizzazione del PNRR e sul rispetto delle scadenze previste nei prossimi mesi al quale è legata l’erogazione delle risorse da parte dell’Europa. Tutto ciò avviene in un contesto macroeconomico caratterizzato da un’accentuazione dei divari territoriali ulteriormente inaspriti dalle tensioni internazionali.

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Bologna: una piccola ma emblematica storia di overtourism

Bologna racconta la storia del turismo contemporaneo. Una storia fatta di politiche che hanno successo nel trasformare le città in destinazioni turistiche di respiro internazionale, ma anche di come il cambiamento, a volte inaspettato, del settore turistico generi velocemente il passaggio dalla fase in cui il turismo è parte di un processo positivo di rigenerazione urbana e riqualificazione del territorio, a quella in cui le città perdono capacità di attrarre popolazione e subiscono le dinamiche, soprattutto sociali, di un’attività che estrae, occupa, e plasma le risorse territoriali locali. Ogni riferimento a Ryanair e Airbnb non è puramente casuale.

Aspettando l’ultima onda: Venezia, l’overtourism e il nodo della casa

Venezia ha introdotto un contributo di accesso per i visitatori giornalieri come tentativo di risposta al fenomeno dell’overtourism. I primi risultati sono stati deludenti, suggerendo che la misura non è sufficiente a ridurre significativamente i flussi. Parallelamente, il fenomeno delle locazioni brevi ha ridotto la disponibilità abitativa per i residenti, aggravando il problema dello spopolamento. Un diverso approccio a queste misure, insieme a una regolamentazione delle locazioni turistiche, contribuirebbe a costruire nuovi equilibri tra turisti e abitanti.

Oltre il contributo d’accesso, per un modello sostenibile di turismo

L'introduzione del contributo d'accesso per i turisti a Venezia ha avuto un effetto boomerang, aggravando i problemi esistenti. Questo intervento, pensato per gestire la pressione turistica, si è rivelato inefficace e controproducente. Venezia, simbolo dell'overtourism, ha visto peggiorare il tessuto sociale e produttivo, con disuguaglianze amplificate e residenti penalizzati. La vera soluzione richiede un futuro economico sostenibile e una regolamentazione più rigorosa del settore turistico, superando l'attuale modello predatorio.

Conto alla rovescia: posti letto e residenti in una città a breve termine

La sperimentazione del contributo d’accesso a Venezia, introdotta per mitigare l'impatto del turismo giornaliero, ha suscitato molte critiche e non ha ridotto la pressione turistica. Le polemiche evidenziano come la misura sembri mirata a capitalizzare i flussi turistici piuttosto che limitarli e non affronti i problemi causati dall’aumento delle locazioni brevi, che superano i posti letto dei residenti. La gestione dell’overtourism richiede interventi complessi e a lungo termine, centrati soprattutto sul tema dell’abitare, per contrastare la trasformazione di Venezia in una città esclusivamente turistica.

I rischi di una crescita trainata dal turismo per il futuro del Nord Est

L’impatto economico del turismo nelle città è significativo. Emergono tuttavia preoccupazioni per gli effetti negativi a lungo termine, come l'overtourism e la diffusione di lavori scarsamente remunerati. Ancora, il turismo rischia di compromettere settori produttivi che letteralmente non trovano spazio nelle nostre città e di allontanare giovani e residenti. Regolamentare i flussi turistici e promuovere innovazione e sostenibilità appare dirimente per una crescita durevole sotto il profilo economico e sociale.